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Epatologia, l’esempio virtuoso della Campania

Sindrome metabolica, il professor Ernesto Claar esegue un'indagine diagnostica
Il dato è impressionante, ma restituisce molto bene la misura di un problema che da anni affligge il nostro paese. Al 15 novembre 2021 sono stati avviati in Italia 230mila trattamenti per la cura epatite C e, di questi, 29mila sono stati somministrati in Campania, che si conferma la regione più virtuose d’Italia in termini di terapie erogate alla popolazione residente. A confermarlo è il dottor Ernesto Claar, responsabile dell’Unità Operativa di Epatologia dell’Ospedale Evangelico Betania di Napoli ed espressione del Network Epatologico dell’ASL Napoli 1 Centro.
«Le attuali terapie per l’epatite C stanno contribuendo in modo molto efficace all’aumento della sopravvivenza dei pazienti affetti dall’infezione – dice Claar -, ma nonostante la straordinaria efficacia dei farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) si stima che il pool di pazienti affetti da HCV si esaurirà non prima del 2030. Abbiamo ancora un alto carico di infezione senza diagnosi e senza trattamento».

IL NETWORK

Enorme è stato il contributo della rete epatologica dell’Asl Napoli 1 centro e dell’Ospedale Evangelico Betania per garantire l’appropriatezza delle cure e l’individuazione dei reali bisogni del paziente.  Non solo Epatite C. In Campania oltre 21.400 soggetti sono affetti da cirrosi epatica e si registra un numero sempre crescente di epatocarcinona con 1099 nuovi casi nel 2020. Il prezzo sociale ed economico corrisposto a tale emergenza è ancora troppo alto: 1800 decessi ogni anno per cirrosi epatica o tumore al fegato e 73 milioni di euro spesi per la gestione (dati regionali – studio real world). Il lavoro di pianificazione sanitaria messo in essere dal governo della Regione Campania sta producendo risultati soddisfacenti sia in termini di miglioramento assistenziale sia in termini di fiducia dell’utenza «i dati documentano la progressiva riduzione della migrazione extraregionale per le cure ad alta complessità e ci attendiamo un crescente sviluppo di questi percorsi», dice il dottor Pietro Buono, dirigente in staff alla Direzione Generale per la Tutela della Salute dell’assessorato Regione Campania.

PDTA

La Campania è già la regione più virtuosa d’Italia in termini di terapie erogate in riferimento alla popolazione per il trattamento dell’epatite C e allo stesso obiettivo si sta lavorando per la cura dell’epatocarcinoma, attraverso l’ottemperanza del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) regolato dalla Rete Oncologica Campana per questo il dottor Ugo Trama, dirigente UOD del Farmaco e Dispositivi della Regione Campania, definisce «la rete epatologica efficiente ed efficace. Stiamo riuscendo a creare una organizzazione per i trapianti di fegato sempre più efficiente, incrementando la fiducia dei cittadini e riducendo la migrazione sanitaria».
L’impegno sulla cura dell’HCV, in Campania, continua ad essere massimo e la recente attivazione dello screening sperimentale, garantito dal Ministero della Salute con fondi ad hoc, per la fascia di età 1969-1989 – spiega il dottor Angelo D’Argenzio, responsabile UOD Prevenzione e Igiene Sanitaria della Regione Campania – sarà determinante per l’obiettivo eradicazione fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; la macchina organizzativa e gestionale messa in piedi per la pandemia Covid e la cura dell’HCV ci ha consentito di sviluppare sistemi informativi efficaci in grado di raccogliere ed elaborare, con semplicità, dati validati e potrà essere, in breve, adottato per altre patologie. Proprio domani, a all’Ordine dei Medici di Napoli, prenderà il via un rendez vous di esperti con il corso “L’Epatologia nel III millennio tra bisogni del paziente e sostenibilità del sistema” organizzato dall’Unità Operativa di Epatologia dell’Ospedale Evangelico Betania.
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