Anziani

Alzheimer e disturbi neurologici, quei segnali da cogliere

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Disturbi neurologici o, peggio ancora, malattia di Alzheimer possono essere intercettati molto precocemente se si sa a cosa guardare. Alcuni campanelli d’allarme suonano già dopo i cinquant’anni, ma spesso vengono sottovalutati o banalizzati. Dimenticare spesso il nome di personaggi famosi o magari confondere con una certa continuità il nome delle strade, questi possono essere segnali di un possibile stadio precoce di una patologia neurologica. Ecco perché, ancora una volta, fare prevenzione è determinante. Lo spiega a chiare lettere il dottor Gennaro Barbato, neurologo del Distretto Sanitario 33 della Asl Napoli 1 Centro, responsabile scientifico del meeting in programma il 10 e 11 dicembre a Palazzo Alabardieri. Il VII workshop della neurologia delle cure primarie avrà, infatti, al centro la prevenzione, l’individuazione (e la gestione) dei segnali precoci delle malattie che coinvolgono il cervello, il ruolo degli specialisti e dei medici di base, le analisi sulle novità farmacologiche e sugli esami sempre più sofisticati.

STILI DI VITA

Gli esperti non hanno dubbi sul fatto che per combattere patologie come la malattia di Alzheimer o quella di Parkinson sono fondamentali una corretta alimentazione basata sulla Dieta Mediterranea, una regolare attività fisica, una buona attività mentale (favorendo letture e coltivando interessi), mantenendo e incrementando le relazioni sociali, dormendo bene e in maniera regolare senza stravolgere i ritmi sonno/veglia, gestire lo stress. Spiega Barbato: «Il neurologo ambulatoriale si trova in una posizione di privilegio per poter fare diagnosi e poter gestire i pazienti con demenza e, quindi, con la Malattia di Alzheimer, che rappresenta la più frequente forma di demenza. Il Poliambulatorio Distrettuale, abituale sede di lavoro del neurologo ambulatoriale, è del tutto immerso nel territorio urbano divenendo, quindi, come tale, facilmente accessibile all’utenza; ciò trasforma quel potenziale disagio derivante dall’idea di lavorare così a contatto dei cittadini in un grosso vantaggio per la diagnosi. Infatti, proprio perché sede facilmente accessibile, aumenta la possibilità di ottenere notizie anamnestiche recenti e ‘di prima mano’, cioè, non solo dal diretto interessato ma dal familiare, coniuge o figlio e su avvenimenti verificatisi poco tempo prima».

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