Stili di vita

Alcol e tumori: “non esiste rischio zero con qualsiasi consumo”

Alcol e tumori. Giovane donna sta bevendo un boccale di birra
Alcol e tumori. Giovane donna sta bevendo un boccale di birra

Ieri il Parlamento europeo in seduta plenaria ha votato il Report finale della Commissione sul Piano europeo di lotta al cancro. La discussione si è accesa soprattutto intorno al tema della corretta informazione sull’alcol. Il testo si intitola Strengthening Europe in the fight against cancer, rafforzare l’Europa nella lotta contro il cancro. Non si tratta di un documento vincolante in termini normativi, ma contiene le raccomandazioni che andranno a indirizzare le politiche di sanità pubblica dei paesi europei nei prossimi anni. La dicitura inserita: un consumo “dannoso” aumenta il rischio oncologico, secondo la comunità scientifica è fuorviante. Non esiste, infatti un consumo senza rischi. Qualsiasi quantità di etanolo consumata corrisponde a un proporzionale aumento di rischio oncologico protratto nel tempo. L’etanolo contenuto negli alcolici è un agente cancerogeno accertato: si stima che ogni anno in Italia ci siano quasi 13.000 vittime evitabili per tumori dovuti a un elevato consumo di alcolici (Rapporto AIRTUM-AIOM 2021). Le evidenze scientifiche mostrano come non esista una distinzione tra bevande alcoliche “più salutari” rispetto ad altre erroneamente ritenute “più dannose”.

Alcol e tumori: la posizione della Fondazione Umberto Veronesi

Fondazione Umberto Veronesi, da sempre impegnata nella prevenzione oncologica, ha deciso di intervenire nel dibattito per sottolineare che non esiste un consumo di alcol privo di rischi per la salute. Non è scientificamente corretto – secondo gli esperti – il concetto di consumo “pericoloso” di alcol a confronto con il consumo “moderato e responsabile”, in quanto non esiste una soglia di consumo a zero rischi e perché il rischio oncologico è legato soprattutto al consumo anche moderato nel tempo, più che a sporadici eccessi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (IARC), hanno ribadito ormai da tempo la stretta correlazione tra il consumo di alcolici e lo sviluppo di oltre 200 malattie oncologiche, cardiovascolari o di altra natura.

Birra, vino e superalcolici sono uguali, è la quantità di etanolo a fare la differenza

I dati mostrano come il consumo di bevande alcoliche sia causa di diversi tumori da quello del fegato, il più noto, a quelli di bocca, laringe, faringe, esofago, colon-retto e seno per le donne in post-menopausa. Inoltre vi è anche la possibile associazione tra alcol e tumore dello stomaco o del seno prima della menopausa. Più in dettaglio, l’OMS ricorda che l’abuso di alcol causa il 26 per cento dei tumori del cavo orale, l’11 per cento di quelli colorettali e il 7 per cento di quelli del seno. Gli esperti sottolineano inoltre che non ci sono differenze di rischio legate al tipo di bevanda alcolica, poiché ciò che danneggia le cellule è l’etanolo in esse contenuto. Birra, vino e superalcolici sono equivalenti se la quantità di alcol (etanolo) che da esse deriva è la stessa.

L’Italia è terza in Europa per il consumo quotidiano di alcol, un’usanza più diffusa nei Paesi mediterranei rispetto al resto del Continente. Il vino ha legami profondi con la cultura e con l’economia italiana. Il consumo di alcolici si lega ai momenti di socialità e convivialità. Per questo, gli esperti sottolineano l’importanza di bere con consapevolezza, attenendosi alle soglie di basso rischio stabilite dall’OMS (non più di 12 grammi di etanolo al giorno per tutti gli over 65 e per le donne, e 24 gr per gli uomini). Evitando del tutto gli alcolici per i minori di 18 anni, le donne in gravidanza e allattamento, le persone che assumono determinate tipologie di farmaci (in particolare tutti i farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale, gli antibiotici, gli antistaminici, gli antinfiammatori ecc.).

 

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