Ricerca innovazione

Emicrania, realizzata la mappa dei geni responsabili

Mal di testa, una donna con le mani alle tempie

Uno dei più ampi studi mai realizzati sull’emicrania, con 872 mila individui arruolati, ha consentito agli scienziati del consorzio International Headache Genetics Consortium di realizzare una mappa dei geni colpevoli dell’insorgenza dell’emicrania. Lo studio (pubblicato dalla rivista Nature Genetics) è tallente ampio da aver coinvolto scienziati di tre continenti, con il coordinamento dell’Università di Helsinki. In tutto sono state associate all’emicrania ben 123 regioni del genoma. Molti dei geni scoperti sono specifici per diversi sottotipi di emicrania, ad esempio per le due forme più comuni, con o senza aura (un fenomeno visivo che spesso precede gli attacchi).   «Il nostro studio  – spiega l’autore principale del lavoro, Heidi Hautakangas – fornisce la prima opportunità significativa di valutare le componenti genetiche specifiche, distintive e quelle che invece sono condivise tra i due sottotipi più noti dell’emicrania, con e senza aura». Inoltre i risultati rappresentano ulteriori prove a sostegno dell’origine neuro-vascolare dell’emicrania. Alcuni dei geni scoperti sono, guarda caso, il bersaglio molecolare di due farmaci di recente entrati in uso clinico contro l’emicrania. 

ALIMENTAZIONE

L’emicrania, che colpisce oltre un miliardo di persone nel mondo, è un disturbo dalle origini ancora in parte misteriose, ma con una nota predisposizione ereditaria. Infatti precedenti ricerche avevano associato alcuni geni alla malattia; tuttavia ad oggi nessuno studio aveva eguagliato questo lavoro per dimensioni. Hanno visto che alcune varianti genetiche sono più comuni tra i pazienti e non si trovano se non raramente nel Dna dei soggetti sani di controllo. Grazie a questo studio è possibile immaginare ora che potrebbero esserci nuovi potenziali bersagli farmacologici nascosti nelle regioni genomiche scoperte in questo lavoro, e quindi apre la via allo sviluppo di nuove terapie. Intanto, tra le evidenze ormai dimostrate, c’è quella che coinvolge l’alimentazione. La riduzione o l’abolizione di alcuni alimenti può essere infatti utile nel ridurre le crisi. Tra questi i principali sono i cibi dalla digestione particolarmente complessa come gli agrumi, le cipolle, i crauti, le olive in salamoia, la frutta secca in guscio, il pane e la pizza caldi (appena sfornati), le banane mature, il cioccolato, i fritti, il caffè (in modica quantità al contrario può anche essere benefico), il tè e le bevande contenenti caffeina e teina, pesce secco salato. Anche latte, yogurt e panna acida dovrebbero essere consumati con attenzione. Inoltre è bene fare attenzione anche ad alcune sostanze contenute negli alimenti: in particolare ai nitrati usati per conservare salumi e insaccati, alla tiramina presente nei formaggi stagionati, al glutammato di sodio usato nei dadi per bordo e nelle zuppe pronte in busta o nella cucina cinese, ai tannini del vino rosso. Ma non fanno bene all’emicrania neppure il digiuno e le diete troppo drastiche che causano un’alterazione del livello degli zuccheri.

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