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Riabilitazione assistita da un robot. Le linee guida

riabilitazione Paralisi una donna sottoposta a riabilitazione motoria

Crescono in modo esponenziale le tecnologie robotiche usate in ambito riabilitativo. Oggi i trattamenti sono integrati attraverso l’interazione tra professionista, paziente e robot. Una modalità che rientra, a tutti gli effetti, nell’intervento riabilitativo. Tuttavia non esistono ancora linee guida che possano ridurre discrepanze nei criteri di utilizzo. Da qui nasce l’esigenza di redigere un documento che faccia da guida a tutela del paziente e del professionista della riabilitazione. Il report contiene tutti i protocolli da seguire nelle varie situazioni e anche altre raccomandazioni, come nei casi di disabilità neurologiche in età pediatrica. Le tecnologie robotiche oggi sono un’opportunità terapeutica fattibile e sicura: promettono risultati sempre più efficaci, ma devono essere eseguite secondo determinati standard.

La riabilitazione assistita da robot

La riabilitazione assistita da robot è delineata nel Documento finale della Conferenza Nazionale di Consenso. “La riabilitazione assistita da robot e dispositivi elettromeccanici per le persone con disabilità di origine neurologica”, a cui hanno contribuito sei gruppi di lavoro composti da esperti provenienti da diversi enti e università. Si tratta di un punto di riferimento per i professionisti che operano in questo ambito. Il lavoro è promosso dal Centro Nazionale per le Tecnologie Innovative in Sanità Pubblica dell’ISS, dalla Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER) e dalla Società Italiana di Riabilitazione (SIRN).

Dalla definizione alla descrizione e classificazione dei dispositivi (con tutti i sottosistemi che ne fanno parte, compresi i sistemi di controllo adattivi che permettono di individualizzare l’intervento riabilitativo a seconda delle necessità e abilità residue di ciascun paziente), fino ai fondamenti teorici per il loro utilizzo; dalle raccomandazioni nelle disabilità neurologiche in età pediatrica, passando per le singole riabilitazioni (degli arti superiori e di quelli inferiori, della deambulazione), alle raccomandazioni per l’età adulta (in caso di ictus, di mielolesioni, di sclerosi multipla di Malattia di Parkinson e di altre patologie). Il Documento tratta anche, nella seconda parte, gli aspetti normativi, giuridici, organizzativi, formativi, senza tralasciare quelli etici e sociali. Le prospettive future di sviluppo e le indicazioni per la ricerca e la riabilitazione sono trattate nella terza e ultima parte.

La Conferenza di Consenso ha visto la partecipazione di quasi 200 persone tra medici, ingegneri, fisioterapisti, terapisti occupazionali, bioeticisti, rappresentanti delle associazioni dei disabili e del mondo dell’industria che hanno costituito un vasto gruppo di lavoro multidisciplinare e multiprofessionale.

Il Documento si è reso necessario visto l’incremento negli ultimi anni dell’utilizzo delle tecnologie robotiche in ambito riabilitativo e dal momento che se ne prevede un’ulteriore rilevante espansione nel prossimo futuro. Inoltre, come si legge nel Documento stesso, “la crescente disponibilità di dispositivi robotici di impiego relativamente semplice, utilizzabili in ambito clinico, ha fatto sì che essi non siano più solo appannaggio di strutture di ricerca o di alta specializzazione e abbiano da tempo iniziato a diffondersi in molti settori dell’offerta riabilitativa, seppure in modo ancora disomogeneo”. Nasce, dunque, proprio da qui, il Documento definitivo: dal tentativo di dare un’inziale risposta ai problemi posti dalle disomogeneità e discrepanze nei criteri di utilizzo e nei contesti organizzativi, dalla mancanza, insomma, di un quadro complessivo e condiviso di riferimento.

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