Farmaceutica Prevenzione

Una nuova arma terapeutica per affrontare il tumore al seno

geni e rischio tumore: ricercatrice in un laboratorio

Aifa ha approvato un nuovo farmaco che segna un punto importante nella sopravvivenza delle donne che hanno un tumore metastatico della mammella HER2+ che hanno già ricevuto due linee di trattamento. Una notizia importante, se si pensa che in italia sono oltre 40.000 le donne con una diagnosi di carcinoma mammario metastatico, solo in Campania ogni anno si stimano oltre 4.000 nuovi casi di carcinoma al seno. Grazie a questo nuovo farmaco si riduce il rischio di morte del 34%, migliora la sopravvivenza globale e, a due anni, il 51% dei pazienti è vivo rispetto al 40% di quelli trattati con altri farmaci.

NUOVE ARMI

«Nella maggior parte dei casi il carcinoma mammario metastatico non è suscettibile di guarigione», spiega Sabino De Placido, professore Ordinario di Oncologia Medica, Università degli Studi di Napoli Federico II. «Tuttavia la malattia può essere tenuta sotto controllo per lunghi periodi. In particolare, le terapie mirate hanno cambiato la storia del carcinoma della mammella metastatico, determinando in molti casi una lunga aspettativa di vita, molto più elevata rispetto al passato. Resta però un forte bisogno clinico di armi ancora più efficaci per le pazienti con carcinoma della mammella metastatico».

PREVENZIONE 

Ancora oggi, l’arma più efficace contro il tumore della mammella è la prevenzione. Nel nostro sistema sanitario lo screening per la diagnosi precoce del tumore mammario si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e si esegue con una mammografia ogni 2 anni. La mammografia è un esame radiologico della mammella, efficace per identificare precocemente i tumori del seno, in quanto consente di identificare i noduli, anche di piccole dimensioni, non ancora percepibili al tatto. I programmi organizzati di screening prevedono che l’esame venga eseguito visualizzando la mammella sia dall’alto verso il basso che lateralmente.

ESAMI DI APPROFONDIMENTO

Una positività alla mammografia non equivale a una diagnosi certa di cancro al seno, anche se indica una maggiore probabilità di essere affette dalla patologia. Per questa ragione, in caso di un sospetto, al primo esame seguono ulteriori accertamenti diagnostici che, all’interno dei programmi organizzati di screening, consistono in una seconda mammografia, in un’ecografia e in una visita clinica. A questi esami può far seguito una biopsia per valutare le caratteristiche delle eventuali cellule tumorali. Soltanto al completamento di questo percorso si ottiene la conferma della diagnosi e, in caso di positività, si dà il via all’iter terapeutico.

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