Prevenzione

Vaginite: sintomi e come prevenire. Parla l’esperto

Una delle più comuni patologie all’apparato genitale femminile è la vaginite. Si tratta di un’infiammazione della vagina che può essere più o meno invalidante ed è data da un’infezione.

Le vaginiti possono essere causate da miceti, le vulvo-vaginiti micotiche (comunemente conosciute come Candida), da batteri (Gardnerella), da protozoi (Trichomonas), ma possono anche essere provocate da reazioni all’utilizzo di prodotti irritanti o dalle modificazioni ormonali che compaiono nel corso della vita della donna.

Sui rischi della vaginite, i sintomi e la cura ne parla il dottor Gianluigi Bresciani, ginecologo in Humanitas Rozzano.

Quali sintomi dà la vaginite

I sintomi della vaginite sono facilmente riconoscibili e comprendono:

  • Cambiamento di colore, odore e/o quantità delle secrezioni vaginali (leucorrea)
  • bruciore e/o prurito che sono i sintomi elettivi
  • dolore o irritazione durante i rapporti sessuali
  • minzione dolorosa
  • leggeri sanguinamenti

La sintomatologia può manifestarsi a intermittenza, quando la patologia guarisce spontaneamente e si ripresenta successivamente, oppure essere recidivante, se si ripropone dopo una terapia specifica, o ancora cronica. 

Le cause della vaginite

Il pH acido, pari a 4-4,5, dell’ecosistema vaginale è ostile allo sviluppo di microrganismi e, quindi, alle infezioni che questi possono provocare nell’organismo. Tuttavia può subire modifiche a causa di abitudini errate, favorendo così la proliferazione di microrganismi patogeni.

“Il pH vaginale può abbassarsi in particolar modo a causa dell’utilizzo di detergenti intimi e non fisiologici con pH7, mancato cambiamento degli assorbenti interni, indossati quindi per un tempo superiore alle tre ore, uso di pantaloni e indumenti aderenti e sintetici che contribuiscono all’aumento della temperatura corporea”.

Il principale fattore di rischio per lo sviluppo di vaginiti sono i rapporti sessuali. Questo è dovuto al contatto con il liquido seminale maschile che aumenta il pH vaginale. Inoltre durante l’atto è favorito il contagio con agenti patogeni sessualmente trasmissibili. Infine il pH vaginale può abbassarsi anche durante le mestruazioni.

In questi casi è necessario rivolgersi a uno specialista, per valutare i sintomi e attraverso il tampone vaginale fare la diagnosi. Il tampone vaginale, infatti, consente di prelevare il materiale biologico che verrà analizzato, per ricercare eventuali agenti patogeni. 

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