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Felicità a tavola. I trucchi nella biochimica degli alimenti

felicità, nutrizionista Bianchini

La felicità inizia dalle scelte dei cibi a tavola e dalla loro combinazione. Conoscendo la biochimica degli alimenti, si può essere più felici senza ingrassare. Su questo presupposto si basano i consigli di un esperto biologo, a pochi giorni dalla giornata della felicità che si celebra il 20 marzo. Non è felice per esempio chi è in lotta con la bilancia e non riesce ad avere un rapporto sereno con il cibo. L’esperto suggerisce alcuni trucchi per essere felici e dimagrire, sfruttando la biochimica degli alimenti. 

Cibo effetto consolatorio

Sarà capitato a molti di consolarsi con il cibo, ma di essere poi preoccupati per il rischio di ingrassare. Imparare a conoscere la biochimica alimentare e la combinazione intelligente può annullare l’effetto calorico di quello che mangiamo – secondo l’esperto.
“Il trucco per poter essere felici anche a tavola deriva dai principi della biochimica alimentare, sui quali si basano le combinazioni e le interazioni degli alimenti che assumiamo. Non si tratta di una regola uguale per tutti perché ogni alimento agisce in modo diverso per ciascuno di noi. Il cibo genera nel nostro organismo una risposta ormonale – interviene Paolo Bianchini, consulente nutrizionale e nutraceutico, e autore del metodo omonimo – che è la chiave di lettura di ogni processo nutrizionale. Non si tratta di una questione di metabolismo ma bensì di reazioni chimiche che avvengono. I concetti a cui mi riferisco sono di biochimica e non di dietologia”.

Felici a tavola, con la serotonina

Ci sono sostanze importarti utili alla sintesi della serotonina, l’ormone che gioca un ruolo fondamentale nella regolazione del tono dell’umore. Ultimamente il più “popolare” è il triptofano, insieme alle vitamine del gruppo B (B12, B6 e B9, cioè l’acido folico), alla vitamina D, ad alcuni minerali (zinco, selenio, ferro, magnesio e cromo) e agli acidi grassi polinsaturi.
“Il nostro umore dipende da una complessa rete di segnali biochimici, come per esempio gli ormoni e i neurotrasmettitori, che pur essendo prodotti dall’organismo, trovano i loro precursori in alcuni alimenti. L’aminoacido indispensabile per la sintesi della serotonina – continua Bianchini – è il triptofano ma ha come “difetto” quello di non essere prodotto dal nostro organismo, ed è dunque fondamentale introdurlo attraverso il cibo. La mancanza di questo aminoacido può avere effetti negativi non solo sull’umore, ma anche sulla memoria, sulle capacità cognitive e sulla qualità del sonno”.

La felicità in tre alimenti e le giuste combinazioni

Nei momenti di tristezza, in cui la felicità sembra un miraggio, si tende a ricorrere ai cibi definiti “consolatori”.  Tuttavia le conseguenze possono manifestarsi sulla linea e la salute, se consumati in dosi massicce. Tra i cibi consolatori, il più noto è forse il cioccolato. Secondo l’esperto, però, esistono soluzioni diverse che possono appagare il palato e il buonumore, senza costrizioni sulle quantità.
“Ci sono tre alimenti poco conosciuti che contengono triptofano e inducono la produzione di serotonina, il neurotrasmettitore del benessere. Il primo è il tuorlo d’uovo, seguito dalla frutta secca e dal pesce. L’importante è non ostacolare il processo biochimico che può derivare dall’associazione di cibi ricchi di zucchero, e/o coloranti e conservanti artificiali. Se prendiamo l’esempio dei tuorli, sono innanzitutto un ottimo nutriente che si può mangiare senza sensi di colpa nella quantità e senza il timore che innalzino il livello di colesterolo come si è sempre sostenuto fino a qualche tempo fa. Meglio cucinarli insieme agli albumi – precisa BIANCHINI – senza insaporirli con il sale ma con le erbe aromatiche e spezie che preferiamo. Un abbinamento apprezzato è ad esempio con erba cipollina e pepe, oppure amalgamato a delle cipolle stufate con del burro (meglio se chiarificato). Sempre parlando di uova, possiamo soddisfare un palato più dolce nella variante con l’aggiunta del fruttosio che mantiene sotto controllo il livello della glicemia e un pizzico di cannella. Se un cibo è funzionale a livello biochimico, cioè induce una corretta risposta ormonale assumendolo, significa che se ne può assumere in grandi quantità”.

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