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Influenza? Ecco come ci si difende

Influenza, un uomo guarda il termometro

Influenza? Meglio non abusare di antipiretici e antinfiammatori, il primo rimedio è sempre il riposo. A dirlo sono i medici di medicina generale, consapevoli del grande abuso di farmaci ormai molto diffuso. Vediamo allora come interpretare correttamente le indicazioni del termometro e come comportarci.

37.5

Quando il termometro sale un po’, diciamo a 37.5, sappiamo che è in atto un processo infiammatorio, che può essere influenza o altro. L’errore più comune in questi casi, purtroppo molto praticato, è quello di ricorrere all’automedicazione. L’idea è che con antibiotici o antipiretici molto forti si possa stroncare l’influenza sul nascere. Invece, bisognerebbe concedersi un po’ di riposo, idratare correttamente l’organismo bevendo e mangiando frutta ed evitare di assumere immediatamente farmaci.

38.5

Quando il termometro segna 38.5 meglio consultare il medico di famiglia, sarà lui a dirci come comportarci. Il rapporto che esiste con il medico di medicina generale consente quasi sempre una diagnosi completa e immediata. Solitamente, per un 38.5 prescriverà il paracetamolo che non è gastro-lesivo ed è perfetto per far abbassare la febbre.

39 o più

A questo punto è importate capire che tipo di febbre sia. E’ possibile che si tratti solo di un picco isolato, ma se si notano sintomi associati, ad esempio un coinvolgimento serio delle vie respiratorie, potrebbe essere il caso di accedere al pronto soccorso. Ma sempre e solo dopo una visita del medico di famiglia. Questa piccola scala di valori ricorda un po’ la famosa scena del film Non ci resta che piangere, ma al contrario del dialogo con Leonardo da Vinci, in questo caso i consigli sono ben ponderati.

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I vaccini

Come di si può mettere al riparo dai colpi dell’influenza? Gli esperti spiegano che l’epidemia influenzale si prevede tra la fine di novembre e i primi giorni di gennaio. Per la prevenzione è bene dividere gli adulti tra sani e in piena salute e quelli con preesistenti “problemi” (diabetici o infartuati, ad esempio). Questi soggetti sono da considerarsi a rischio e per loro può esserci un concreto pericolo di acutizzazione. Il vaccino è l’unico modo per difendersi, e va per tempo. Diciamo non più tardi della metà di novembre per dare la possibilità all’organismo di attivare gli anticorpi.

 

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