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Demenze: disparità tra nord e sud. La fotografia dei centri

Alzheimer,demenze, un uomo di spalle seduto appoggiato su un albero

Un’indagine dell’ISS traccia il profilo dei Centri dedicati alle demenze. Circa la metà dei centri sono aperti cinque giorni a settimana, ma si trovano al Nord. La prima criticità che emerge è il divario di offerta tra nord e sud. 

I dati dell’indagine sui Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze

Sono oltre 500 i Centri per i Disturbi Cognitivi e le Demenze (CDCD) sparsi sul territorio nazionale. All’interno vi lavorano in media 5 professionisti. Un terzo circa di questi centri è diretto dal neurologo, un altro terzo dal geriatra e in poco meno di un altro terzo operano almeno due delle tre figure mediche fondamentali (neurologo, geriatra, psichiatra), mentre nel 5% dei casi a coordinare è lo psichiatra.

Scarseggiano, inoltre, altre tipologie di professionisti (infermieri, fisioterapisti, logopedisti, mediatori culturali) nell’organico delle strutture. È quanto emerge dalla survey sui CDCD, condotta dall’Osservatorio Demenze dell’ISS tra luglio 2022 e febbraio 2023.

L’indagine ha inoltre evidenziato che un quarto dei CDCD è aperto un giorno a settimana. Tra quelli aperti 5 giorni a settimana, la maggioranza (43.5%) è al Nord, il 27.5% al Centro e il 24.6% al Sud.

“Questi dati fotografano le criticità dell’offerta sanitaria presente in Italia per i CDCD sia per quanto riguarda il numero complessivo di professionisti che per la scarsità di altre tipologie di professionisti diverse dai medici – osserva Nicola Vanacore, direttore dell’Osservatorio Demenze dell’ISS –. In una logica di sanità pubblica è fondamentale poter disporre nei CDCD, un nodo cruciale per la diagnosi e la presa in carico delle persone con demenza, di un maggior numero di professionisti e di personale con diversi profili al fine di poter valorizzare sempre più un lavoro di equipe interprofessionale e di renderlo disponibile e capillare in tutto il territorio nazionale.

Si tratta di dati molto importanti poiché parliamo di un problema che coinvolge in Italia circa due milioni di persone con disturbo cognitivo lieve o demenza e circa tre milioni di italiani, tra familiari e caregiver, che vivono con loro”.

Disparità tra nord e sud

All’indagine hanno partecipato 512 CDCD su 540 (95%). L’80.9% di questi CDCD è presente sul territorio nazionale con sedi uniche mentre il 19.1% ha dei distaccamenti territoriali per un totale complessivo di ulteriori 163 strutture. I CDCD sono localizzati per il 9.2% nelle Università/IRCSS, per il 44.1% nel territorio e per il 46.7% negli ospedali.

Il 25.4% dei CDCD è aperto un solo giorno a settimana, una criticità già rilevata nella survey precedente del 2014-2015. I CDCD aperti per 5 giorni a settimana si trovano per il 43.5% al Nord, mentre al Centro sono il 27.5% e al Sud-Isole il 24.6%.

I professionisti che lavorano nei CDCD sono complessivamente 2568, di cui il 14% non strutturato. Nel 29.7% dei CDCD operano almeno due tra neurologo, geriatra e psichiatra, mentre il 33 % dei CDCD è diretto solo dal neurologo, il 31.5% solo dal geriatra e il 5.1% solo dallo psichiatra. Nel 29.9% dei Centri opera almeno uno neuropsicologo e nel 26.6% almeno uno psicologo. Nel 58.8% dei CDCD è impegnato almeno un infermiere, nel 16.2% un assistente sociale, un amministrativo (8.9%), un logopedista (8.4%), un fisioterapista (6.4%), un genetista (1.6%), un terapista occupazionale (1.1%), un mediatore culturale (1.1%) e un interprete linguistico (1.1%).

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