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Pasquetta ad alto rischio, ecco perché

Pasquetta
Ogni anno per il Lunedì dell'Angelo a centinaia di si riversano su prati e giardini per un barbecue, ma spesso le cose non vanno come dovrebbero.

Ancora qualche giorno, poi fuoco alle braci per celebrare la Pasquetta. Ma attenzione, il barbecue può essere molto pericoloso. Ogni anno, proprio a causa di comportamenti incauti, centinaia di cuochi improvvisati finiscono in pronto soccorso il Lunedì dell’Angelo per ustioni più o meno gravi. L’incidente più frequente è causato dal cosiddetto ritorno di fiamma, che si può verificare quando si getta dell’alcol etilico direttamente sui carboni ardenti.

INCIDENTI

Stando ai dati degli anni scorsi, l’alcol etilico causa in media il 70% dei ricoveri in Terapia intensiva grandi ustionati, con ustioni che interessano in media il 45% della pelle, e arrivano a picchi del 70%. Incidenti che si ripetono con puntualità ogni anno e che cambiano per sempre la vita delle persone. Purtroppo, complice il clima di festa e qualche bicchiere di troppo, spesso i rischi del barbecue vengono sottovalutati. Così, l’incidente è dietro l’angolo.

COSA FARE

Le ustioni non sono tutte uguali, la gravità dipende dal grado. Le bruciature di I grado sono quelle che coinvolgono solo lo strato superficiale dell’epidermide . Il II grado riguarda anche il derma e il III grado arriva a comprendere i tessuti più profondi e in certi casi raggiunge l’osso. Per trovare sollievo da una bruciatura di I grado basta mettere la parte subito sotto l’acqua corrente per 2-3 minuti. In alternativa, si può tamponare con un panno di cotone bagnato. Contro il bruciore si può usare una crema antistaminica o cortisonica (1-2 volte al giorno nelle prime 48 ore), da sostituire poi con una soluzione idratante per il corpo. Nel caso di ustioni di II e III grado, la cosa migliore è sempre quella di consultare un medico o, se necessario, di ricorrere al pronto soccorso.  

LA BRACE 

Al di là dei rischi connessi ad uso improprio della brace, particolare attenzione va dedicata alla cottura della carne.  La cottura in condizioni di altissima temperatura può produrre carbonizzazioni superficiali dell’alimento, con formazione di sostanze come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e le amine eterocicliche, potenzialmente cancerogeni. Sembra che la causa maggiore della loro formazione sia il contatto diretto tra la fiamma e le carni. Il tempo e la temperatura di cottura influiscono sulla produzione di IPA, ma anche la presenza di grasso nel taglio di carne o addirittura aggiunto in cottura. Il grasso che, sciogliendosi e colando sul fuoco, viene bruciato sprigionando una dose alta di queste sostanze. Ecco perché è sempre  meglio grigliare solo quando dal carbone non si alza fuoco, mantenendo una distanza di almeno 20 centimetri.

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