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Cosa sono e come si affrontano i disturbi del neurosviluppo

Disturbi del sonno, bambina online nel letto
Abbiamo intervistato la professoressa Carmela Bravaccio, tra le maggiori esperte in materia e responsabile della Unità operativa semplice dipartimentale di Neuropsichiatria infantile della A.O.U. Federico II.

Sempre più spesso, soprattutto da genitori, si sente parlare di disturbi del neurosviluppo. Diagnosi che a volte confondono e lasciano spaesati, perché riferite ad un mondo del quale si parla, e sino ad oggi si è parlato, ancora poco. Proprio per questo, il network editoriale PreSa Prevenzione e Salute ha deciso di intervistare la professoressa Carmela Bravaccio, tra le maggiori esperte in materia e responsabile della Unità operativa semplice dipartimentale di Neuropsichiatria infantile della A.O.U. Federico II.

Professoressa Bravaccio, a cosa ci si riferisce quando si parla di neurosviluppo?

Si tratta di un processo di crescita che riguarda tutte le strutture del cervello, da 0 a 18 anni. È ciò che permette a ciascun individuo di avere uno sviluppo armonioso sotto il profilo motorio, cognitivo, comunicativo, emotivo-relazionale e sociale.

Può spiegarci quali sono i disturbi del neurosviluppo?

Carmela Bravaccio

Sono diversi e, semplificando, bisogna considerare come disturbi del neurosviluppo tutti quei disturbi che comportano una non armonia dello sviluppo delle aree cerebrali, con manifestazioni molto diverse tra loro per tipologia, decorso e prognosi. Si pensi a disturbi dello spettro autistico, del linguaggio e dell’apprendimento o dell’attenzione, malattie neurologiche come le paralisi cerebrali infantili, epilessia che è molto frequente in età evolutiva, disturbi del comportamento alimentare. Ancora, tra gli altri, di schizofrenia e disturbi dell’umore come la depressione, che possono manifestarsi nella fase dell’adolescenza, ma che hanno spesso segni premonitori fin dall’età scolare.

I dati descrivono un aumento delle diagnosi, può dirci in che percentuale e quali sono le cause?

Oggi in Italia sono circa 2.000.000 i bambini e i ragazzi affetti da un disturbo del neurosviluppo o da un disturbo neuropsichico, circa il 20% di quanti sono nella fascia da 0 a 18 anni. L’aumento è certamente anche legato ad una maggiore attenzione alla diagnosi precoce, ma il fenomeno resta di proporzione enormi. Alcuni di questi disturbi sono anche stati slatentizzati dai vari lock-down legati alla pandemia.

Molti genitori vivono il  senso di colpa per questi problemi che rendono difficile la vita ai figli, quali sono le cause dei disturbi del neurosviluppo?

Fattori di rischio genetici, neurobiologici e ambientali possono interferire con il processo del neurosviluppo, compromettendo le reti neurali che sottendono alla maturazione delle funzioni adattive, motorie, comunicative, di apprendimento, alle emozioni e al comportamento. Bisogna insomma considerare che le cause sono multifattoriali, non abbiamo un marcatore genetico. Alle mamme e ai papà dobbiamo dire di essere forti e di affrontare il problema guardando alle esigenze del bambino. Bisogna dare a questi bambini delle regole e delle impronte da seguire che, ovviamente, devono essere adatte alle loro caratteristiche. Per questo la presa in carico deve riguardare la famiglia, solo così si può aiutare il quotidiano del bambino.

Spesso è complesso arrivare ad una presa in carico, qual è il percorso giusto da seguire?

Il primo concetto importante è quello della prevenzione. Qualsiasi campanello d’allarme dovesse presentarsi non bisogna avere alcuna remora a parlarne con il pediatra, così si può comprendere precocemente se ci si trova in un momento di paralisi educativa o se invece c’è un sintomo di un disturbo, seppur lieve. La presa in carico dovrebbe essere fatta dalle neuropsichiatrie dei servizi del territorio. In molte regioni, Campania in testa, si sta cercando di lavorare sull’abbattimento delle liste d’attesa. Anche il PNRR potrà essere utile per questo.

In merito all’assistenza, la situazione è omogenea o ci sono differenze da regione a regione?

Direi che è omogenea. Anche in regioni considerate “virtuose” ci siamo resi conto che esistono nell’ambito della neuropsichiatria problmeatiche comuni. L’obiettivo è lavorare per fare in modo che le famiglie possano trovare risposte efficaci sul territorio, ma anche informare e far conoscere la problematica.

Proprio per accendere un faro su questi temi, giovedì 11 maggio la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza SINPIA ha deciso di lanciare la seconda edizione della Giornata Nazionale per la Promozione del Neurosviluppo. Alcune Regioni italiane tra cui Lombardia, Campania e Sicilia coloreranno ospedali e monumenti con i colori dell’arcobaleno, tra cui la sede degli Spedali Civili a Brescia e la Fontana del Nettuno a Napoli. A partire dalle 16.30 sarà anche possibile seguire un webinar gratuito.

 

 

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