In Emilia-Romagna è stato lanciato un nuovo Progetto regionale demenze volto a potenziare la rete di assistenza, a diffondere le buone pratiche e ad assicurare una migliore qualità della vita ai malati di demenza e ai loro familiari. Nella Regione, infatti, ogni anno si registrano oltre 11 mila nuove diagnosi di demenza senile e vi sono già circa 74.000 persone che soffrono di questa patologia. Il nuovo Piano mira a sviluppare ulteriormente l’integrazione tra i servizi e tra i professionisti, per rendere più omogenei gli interventi su tutto il territorio regionale.
La rete di assistenza in Emilia-Romagna è caratterizzata da un’effettiva integrazione socio-sanitaria: le Aziende sanitarie, infatti, lavorano in stretto collegamento con gli Enti Locali, il mondo del volontariato e i familiari. A svolgere un ruolo fondamentale nella presa in carico del malato è il medico di famiglia, è lui infatti che deve riconoscere i primi segnali della demenza, intercettare le situazioni a rischio e saper comunicare in modo corretto la diagnosi.
Per poter garantire il collegamento con l’assistente sociale e con la rete dei servizi distrettuale, incluse le associazioni dei familiari, lo staff dei Centri per i disturbi cognitivi e demenze deve avere la seguente composizione minima: infermiere, psicologo, medico (neurologo e/o geriatra). Tali Centri possono avere sede anche all’interno delle Case della salute e sono in grado di offrire una diagnosi approfondita, consulenze specialistiche e interventi farmacologici per ritardare la progressione dei deficit cognitivi, nonché attività di informazione e socializzazione e interventi di formazione.
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