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Violenza e abusi, cosa pensano gli adolescenti

Violenza e abusi, una giovane ragazza cammina con il volto triste e sullo sfondo due ragazze parlano tra loro
Uno su cinque ritiene che toccare le parti intime di una persona senza il suo consenso non è violenza.

Violenza ed enormi problemi relazionali, sono due delle piaghe che affliggono la società dell’immagine. Una società che spesso si presenta come “fluida”, che pare aver sacrificato sull’altare dei social il senso stesso di ciò che è giusto. Uno spaccato estremamente interessante di questa realtà arriva dal sondaggio realizzato da Ipsos per ActionAid su un campione rappresentativo di circa 800 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni.

Opinioni

Mai come negli ultimi mesi, la cronaca è piena di episodi di violenza e di bullismo. Ma cosa pensano i ragazzi di quel che accade? Colpisce che per molti di loro (1 su 5) toccare le parti intime di una persona senza il suo consenso “non è violenza”. Una stessa quota pensa che le ragazze possano provocare la violenza sessuale se mostrano un abbigliamento o un comportamento provocante. Certo, l’80% dei giovani sembra essere consapevole che toccare qualcuno nelle parti intime senza consenso è violenza, ma colpisce che un 20% di ragazzi e ragazze la pensano diversamente.

Idee confuse

Colpisce anche un altro dato che emerge dal sondaggio: se a tutti sembra chiaro l’identikit di chi più di tutti commette violenza, le idee sono ben più confuse su cosa sia violenza e cosa no. Picchiare qualcuno è percepito un atto di violenza per il 79% dei giovani, in assoluto quello più citato dai maschi. Al terzo posto, con il 78%, fare foto o video in situazioni intime e diffonderle ad altre persone, soprattutto per le ragazze con 84% delle citazioni.

Identikit

Gli adolescenti italiani sono concordi su chi commette atti di violenza nel nostro Paese: i ragazzi maschi, soprattutto se in gruppo, e gli uomini adulti. Non c’è invece accordo su quali comportamenti siano violenti e quali no, e sembra esistere un gap di percezione rispetto a dove si annida la violenza e le conseguenze che ne derivano. Dati che devono far riflettere soprattutto chi è chiamato a prendere decisioni, con la speranza che si punti con decisione sull’educazione al rispetto dell’altro e che episodi come quelli che hanno segnato questa calda estate non diventino la normalità.

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