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Disabilità, le parole d’ordine sono domotica e assistenza personale

La disabilità è al primo posto dell’agenda sociosanitaria del Friuli Venezia Giulia e si presta in maniera ideale a mettere in atto le azioni previste dalla riforma regionale della sanità, in quanto essa s’impernia sul concetto di “prendersi cura”. Questo è quanto è stato espresso dall’assessore regionale alla Salute, Integrazione socio-sanitaria, Politiche sociali e Famiglia Maria Sandra Telesca al seminario che si è tenuto all’Istituto di medicina fisica e riabilitazione Gervasutta di Udine in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità.

Il fatto che la “Consulta regionale delle associazioni di persone disabili e delle loro famiglie del Friuli Venezia Giulia” sia riconosciuta sin dalla legge regionale 41 del 1996 come organismo non solo rappresentativo ma anche di coordinamento è, secondo Telesca, un valore aggiunto. Il Friuli Venezia Giulia – così il presidente della Consulta Vincenzo Zoccano – è un modello da esportare e da ampliare, intensificando quello che già oggi è un dialogo costante con l’Amministrazione regionale, che deve portare a politiche sempre più estese e interdisciplinari. La Consulta esercita un ruolo di stimolo ad applicare i 17 obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, ratificata da 153 Paesi del mondo.

Tra le risorse in più del Friuli Venezia Giulia è stato evidenziato il ruolo del Criba (Centro regionale di informazione sulle barriere architettoniche), sostenuto e finanziato dalla Regione, servizio tecnico-operativo di supporto a Enti pubblici, progettisti e cittadini rispetto ai problemi dell’accessibilità, che nell’ultimo anno ha fornito 500 consulenze.

Domotica e assistenza personale, lo ha ricordato Sergio Raimondo, della Consulta di Pordenone, devono sostenere l’obiettivo di una vita indipendente e il diritto del disabile di vivere in libertà. Questa prospettiva, secondo Mauro Morassut della Consulta triestina, si è giovata negli ultimi dieci anni di un cambiamento culturale importante che segna oggi un approccio più maturo, visibile ovunque: nei trasporti, negli esercizi commerciali e nella disponibilità dei giovani.

Lo sforzo principale è però quello di progettare e ripensare le città, tema su cui si è soffermata la moderatrice Christina Conti, docente di Tecnologia dell’architettura all’Università di Udine. Gli atenei di Trieste e Udine sono particolarmente attivi nella formazione accademica, nel supporto progettuale, nell’attività di ricerca, di rete con altre università e di sensibilizzazione su modelli di accessibilità e inclusione. Tra le iniziative si segnala il progetto Labac (Laboratorio di accessibilità), cui hanno collaborato istituzioni e ateneo triestino accanto alla Consulta disabili.

 

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