Farmaceutica

Sclerosi multipla, l’ora dei farmaci intelligenti

Giancarlo Comi
Giancarlo Comi

Nascondersi dietro un dito non serve, la Sclerosi multipla è ancora oggi una malattia insidiosa. Tuttavia è anche la malattia neurologica che più di altre ha visto negli ultimi 20 anni, e dal 2000 ad oggi ad un ritmo impressionante, lo sviluppo di terapie innovative. «Tutto questo ha cambiato radicalmente l’attesa del paziente», spiega il professor Giancarlo Comi, luminare e massimo esperto in questo campo. «Diciamo che possiamo dividere la storia della lotta alla Sclerosi multipla in un “pre” e in un “post” Anni 90. E non possiamo non considerare che ciò che abbiamo oggi determina il futuro, perché i giovani che si ammalano oggi sono i pazienti di domani». Cosa ha determinato il cambiamento? Il professor Comi non ha dubbi: «La conoscenza della malattia». Tutto ruota attorno ai nuovi farmaci «sviluppati sulla base della conoscenza del le tappe che sono tipiche della Sclerosi multipla. Grazie a questi farmaci in molti casi c’è la possibilità di interrompere i meccanismi che portano alla progressione della malattia. Siamo ormai abituati a parlare di farmaci “intelligenti”, alcuni di quelli che abbiamo a disposizione lo sono veramente. Per fare un esempio – aggiunge – impediscono alle cellule bianche del sangue di attaccare la mielina. Semplificando un po’, uno di questi farmaci intrappola i linfociti T all’interno dei linfonodi, un altro è capace di “chiudere le porte del cervello” alla circolazione di questi linfociti impazziti, che quindi possono muoversi nel resto dell’organismo, ma non possono fare danni. E ancora, abbiamo farmaci che sanno individuare queste cellule bianche del sangue e distruggerle in modo selettivo. Si deve immaginare – prosegue Comi – che questi linfociti abbiano tutti una targa, o se vogliamo una divisa,  e che i nuovi farmaci siano capaci di riconoscere le insegne militari del nemico e attaccarlo».

Una delle strategie che vengono adottate con l’uso di alcuni farmaci è quella di colpire duro oggi per poter contare su un futuro migliore. «E’ una strada che può portare molti benefici – chiarisce il professore – ma si deve stare attenti, perché se abbassiamo le difese immunitarie i batteri e i virus possono approfittarne. Per questo una corretta gestione del paziente è cruciale. In definitiva, la cosa veramente importante è che oggi guardiamo alla malattia in modo nuovo, con maggiore organizzazione e attenzione. Il salto di qualità è nel saper selezionare l’arma giusta al caso specifico, quindi sviluppare sempre più delle terapie personalizzate, perché non tutti rispondono allo stesso modo alla malattia e alla terapia». In questo senso, gli strumenti che i clinici hanno oggi a disposizione sono fondamentali, perché permettono di capire con una buona approssimazione quale sarà l’evoluzione della Sclerosi multipla. «Per ora dobbiamo parlare della possibilità di bloccare temporaneamente il progredire della malattia, ed è già un risultato importantissimo».

Naturalmente il professor Comi ribadisce come tutto questo riguardi la malattia nei primi anni. C’è tuttavia un 10% dei casi nei quali la Sclerosi multipla si presenta in maniera subdola, senza alcuna evidenza di sé. «Queste forme – spiega – sino a qualche tempo fa non avevano alcuna terapia possibile. Oggi sappiamo che, intervenendo precocemente, alcuni dei farmaci usati per la forma classica possono essere molto utili. Anche in questi casi, infatti, una distruzione di cellule linfocitarie se precoce può portare grandi vantaggi». Per quanti non sono stati trattati in modo efficace sin dagli esordi della Sclerosi multipla, e sono quindi entrati in questa fase progressiva, oggi si sta producendo uno sforzo enorme. E’ infatti nata un’iniziativa mondiale promossa da tutte le associazioni (in prima fila l’Associazione Italiana per la Sclerosi multipla) che prevede un piano d’intervento realizzato con un’azione mai vista prima. L’iniziativa prende il nome di Progressive Multiple Sclerosis Alliance ed è guidata dal professor Comi e dal professor Alan Thompson. Molto più di una speranza per le centinaia di migliaia di pazienti che in tutto il mondo affrontano la Sclerosi multipla.

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