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Seicento passi per tornare a respirare

polmoni, una donna respira felice all'aria aperta

Sentirsi senza fiato al minimo sforzo. Può essere il sintomo di quella che in gergo si definisce broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). «Una malattia – spiega Giorgio Walter Canonica, professore di pneumologia all’Humanitas University di Milano – capace di compromette drasticamente la vita dei pazienti. Secondo recenti studi il 57% dei malati ha sintomi respiratori in ogni momento della giornata, il 90% li prova almeno in alcune situazioni. Per chi soffre di questa malattia al mattino è difficile farsi la doccia e asciugarsi, vestirsi, infilare calze e scarpe, rifare il letto o salire e scendere le scale.

Lo studio

Un’indagine condotta da GfK Eurisko sui caregiver di pazienti con BPCO mostra che l’85% di loro è consapevole di come l’assenza di attività fisica sia un problema e il 46% sa che può ripercuotersi in un peggioramento delle condizioni del malato. I limiti imposti dalla malattia sono molto evidenti per chi convive con i pazienti, che si accorge per esempio di come molti siano costretti a fermarsi per riprendere fiato dopo aver camminato per un po’ a un’andatura normale o abbiano il fiato corto se devono allungare il passo o fare una piccola salita”. Un paziente su due ha infatti pesanti limitazioni nel movimento, ma invertire la rotta è possibile ed è semplice come fare almeno 600 passi in più al giorno. Basta così poco, infatti, per ridurre del 30% il rischio di ricoveri.

Parola d’ordine “muoversi”

«L’importante è iniziare a muoversi, perché così facendo si innescano gli effetti positivi del movimento e si contrasta il deterioramento respiratorio – commenta Mario Cazzola, professore onorario di Malattie Respiratorie all’Università di Roma Tor Vergata. «Non è mai troppo tardi per farlo e l’ideale sarebbe fare almeno trenta minuti di moto al giorno, iniziando pian piano e facendosi guidare dalla sensazione di fiato corto per adattare lo sforzo alle proprie capacità. I pazienti dovrebbero avere un piccolo programma di “allenamento”, concordato con il proprio medico, per poter agire su tutte e tre le componenti essenziali della forma fisica e contrastare al meglio il decadimento della funzionalità respiratoria».

L’iniziativa

Tra aprile a dicembre in 132 centri di pneumologia sparsi su tutto il territorio nazionale saranno distribuiti 4.000 braccialetti contapassi e una app con cui i pazienti e i centri coinvolti potranno verificare il grado di attività e i progressi, condividendo i dati anche con gli altri pazienti, avere consigli di stile di vita personalizzati e gestire al meglio la terapia, ricevendo notifiche per non dimenticare di assumere i farmaci essenziali per ridurre la dispnea e facilitare l’attività fisica. «Si tratta di una strategia molto efficace – dice Francesco Blasi, presidente SIP . come conferma anche uno studio appena pubblicato sulla rivista Thorax secondo cui dopo 12 settimane di utilizzo di un contapassi e una app che funzioni come un “coach” dedicato, i pazienti aumentano il livello di attività fisica, muovendosi in media per dieci minuti in più ogni giorno e percorrendo oltre 1400 passi in più. Il medico, attraverso la app, potrà infatti stimolare i pazienti a implementare la propria attività fisica quotidiana, monitorata attraverso il rilievo immediato del contapassi e le visite di controllo saranno occasione per il paziente e il medico per valutare il miglioramento di qualità di vita e la gestione della patologia».

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