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Smettere di sudare (troppo) grazie al botulino

iperidrosi, una donna si accarezza le ascelle

Per quanto sudare sia qualcosa di assolutamente naturale, in alcuni casi la questione può creare non pochi imbarazzi. In alcune persone la sudorazione è eccessiva e basta un po’ di caldo per inzuppare magliette e camicie. Dal punto di vista medico, quando la condizione è patologica, si parla di iperidrosi e chi ne soffre sa bene che l’estate è un vero e proprio incubo.  Una tecnica estremamente interessante per affrontare il problema arriva da una sostanza che solitamente viene associata a tutt’altro trattamento, il botulino.  «La sudorazione – spiega il dottor Gianluca Russo, medico di medicina estetica e direttore scientifico del network “ilmiomedicoestetico” – è essenziale per la regolazione della temperatura corporea, si tratta di un fenomeno mediato dal cosiddetto sistema nervoso autonomo. In alcune persone (si stima circa l’1% della popolazione), le ghiandole sudoripare sono attivate in modo amplificato, cioè più di quanto sia necessario per il corretto e costante mantenimento della temperatura corporea. SI crea così un’anomalia che è responsabile di un’eccessiva sudorazione. Dal punto di vista medico questa condizione ha un nome ben preciso, si chiama «iperidrosi». Può interessare una o più parti del corpo (le più frequenti sono quella palmare, plantare e ascellare) e influisce negativamente sulla vita sociale, di relazione e lavorativa di chi ne soffre, causando spesso imbarazzo e, a volte, problemi psicologici veri e propri».

Tre tipi di iperidrosi

Russo spiega che si possono distinguere fondamentalmente tre tipi di iperidrosi. Quella idiopatica, molto frequente e può essere scatenata o aggravata da stress emotivo-emozionali o da stimoli termici, ma si può verificare anche senza alcuna causa scatenante. Coloro che soffrono di questa forma vengono spesso definiti “emotivi” ma, in genere, è il fenomeno della sudorazione eccessiva che causa imbarazzo ed ansia e non viceversa. L’iperidrosi generalizzata è quella che si riscontra in alcune condizioni fisiologiche (acclimatazione, menopausa) oppure a seguito dell’assunzione di alcuni farmaci, di malattie febbrili o di altro genere. Infine, troviamo l’iperidrosi localizzata, associata a specifiche malattie. Il trattamento di questa fastidiosa e, a volte, invalidante patologia dipende dalla sua gravità, oltre che dal modo con cui si manifesta, e può variare dal semplice utilizzo di sostanze antitraspiranti, come il cloruro d’alluminio (soprattutto nelle forme lievi), fino all’asportazione chirurgica delle ghiandole sudoripare ascellari e allasimpaticectomia (che consiste nell’asportazione parziale di alcune fibre nervose). Tuttavia, al giorno d’oggi, la prima scelta per la cura dell’iperidrosi, specie delle forme gravi scarsamente controllate dagli antitraspiranti, è costituita dal trattamento ambulatoriale con tossina botulinica, un farmaco iniettabile localmente molto noto per l’uso frequente in Medicina Estetica.

Il botulino

«Agisce riducendo la produzione sudore da parte della ghiandola sudoripara in maniera reversibile e transitoria. Il trattamento prevede la somministrazione con microiniezioni  di piccole dosi del farmaco in sede ascellare, palmare o plantare, è ambulatoriale, non produce alcuna cicatrice e necessita solo di pochi minuti (15-20), consentendo un immediata ripresa della vita di relazione. In rari casi, si riscontra solo un modesto gonfiore delle parti trattate per 3-5 ore o la comparsa di piccoli lividi nei siti di iniezione, associati ad un transitorio torpore dell’area interessata. Già un’unica seduta è di norma sufficiente, seguita da un controllo a distanza di circa sette/dieci giorni. La durata degli effetti benefici del trattamento varia in relazione alla gravità della situazione di partenza, ma in generale gli effetti hanno una durata variabile dai 6 ai 12 mesi».

 

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