Tempo di lettura: 9 minutiÈ un giudizio ancora positivo quello espresso dai cittadini italiani sul Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia, perde punti la valutazione dell’eccellenza e, al contempo, emergono segnali di insoddisfazione per i lunghi tempi di attesa e la carenza di personale medico e sanitario. Il 46% degli italiani è soddisfatto dell’offerta sanitaria, ma ritiene che il servizio pubblico meriti un potenziamento. Valori come sanità pubblica, Ricerca e innovazione vanno sostenuti da robusti finanziamenti, capaci di generare crescita economica e sviluppo. Sono i dati emersi dall’indagine Ipsos presentata a Roma, durante l’evento che ha messo al centro temi come: salute, Ricerca & Sviluppo, accesso equo all’innovatività e attrattività dell’ecosistema-Paese. La settima edizione di “Inventing for Life Health Summit” ha messo a confronto rappresentanti del mondo politico-istituzionale e accademico, esperti della comunità medico-scientifica e Associazioni dei Pazienti. Il focus dell’evento, organizzato da MSD Italia, è stato ancora una volta il tema “Investing for Life: la Salute conta!”.
“La salute è una priorità dei cittadini e di questo Governo – ha dichiarato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci. In linea con le aspettative dei cittadini, stiamo puntando in maniera incisiva sulle liste d’attesa per consentire alle persone di accedere alle prestazioni nei tempi giusti. Grazie agli strumenti legislativi messi in campo si osservano già i primi risultati in diverse realtà regionali: c’è un cambiamento in corso che diventerà sempre più forte ed è importante che tutti facciano la propria parte. Inoltre, stiamo investendo nel rafforzamento del territorio e nel potenziamento della sanità digitale e delle nuove tecnologie per migliorare l’assistenza e alleggerire la pressione sugli ospedali. In questo scenario è cruciale il ruolo della prevenzione, l’investimento più prezioso per la salute dei cittadini e per la sostenibilità del servizio sanitario nazionale”.
“Per la salute globale quello che viviamo oggi è un momento importante. La sanità rappresenta una questione nevralgica da affrontare in maniera sinergica per ridisegnare il futuro del nostro Paese e preservare un servizio sanitario nazionale universalistico di valore come il nostro”, ha dichiarato Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratrice Delegata di MSD Italia. “La chiave di volta è l’innovazione, frutto di un’intensa e ingente attività di Ricerca&Sviluppo di cui realtà come MSD si fanno promotrici. Siamo parte di un comparto farmaceutico che eccelle nel mondo, siamo l’unico settore manifatturiero in crescita e tra i primi per import ed export, con le nostre attività incidiamo positivamente sul Pil nazionale. Siamo un’eccellenza da preservare e sostenere perché volano della crescita economica italiana per cui necessitiamo di interventi mirati”, ha proseguito. “Pertanto, una riforma sistemica che incentivi gli investimenti, supporti la Ricerca e premi l’innovazione si configura come l’unica soluzione per garantire un accesso alle cure equo ed efficiente per porre davvero al centro i Pazienti e i loro bisogni”.

Nicoletta Luppi ha concluso sottolineando: “Il recente incremento del Fondo Sanitario e le nuove regole per il fondo farmaci innovativi rappresentano un ulteriore passo nella direzione desiderata, ma è fondamentale adottare misure strutturali e costruire una visione strategica a lungo termine. L’Italia deve puntare a diventare ‘hub’ di riferimento per l’innovazione in campo sanitario e attrarre investimenti per la ricerca clinica nel nostro Paese con adeguati incentivi. L’Italia ha inoltre l’opportunità di guidare, a livello europeo, un ripensamento dei criteri contabili affinché voci strategiche come l’immunizzazione non siano più trattate come spesa corrente, ma vengano riconosciute come un investimento e detratte dal calcolo deficit/PIL. Possediamo le risorse, le competenze e il know-how per ritagliarci un ruolo da protagonisti. È fondamentale avere il coraggio di compiere oggi le scelte giuste per trasformare queste potenzialità in un vantaggio concreto per la Salute dei cittadini e per il futuro del Paese e dell’Europa”.
L’indagine Ipsos
È cambiata la percezione degli italiani su Salute e Sanità rispetto ai loro bisogni e aspettative? Se sì, come? I dati del sondaggio IPSOS “Priorità e aspettative degli italiani per un nuovo SSN” mostrano che la Salute e la Sanità restano saldamente al comando delle priorità e vedono una crescita del +5% rispetto al 2023: il 74% della quota di italiani considera queste due aree come prioritarie nell’Agenda politica del Governo e ritiene siano quelle sulle quali è necessario investire di più e più urgentemente, con un’attenzione speciale a liste d’attesa per esami diagnostici e prime visite, e carenza di personale medico e sanitario.
Gli italiani sono convinti che la spesa sanitaria pubblica nel nostro Paese sia al di sotto della media europea e, per quanto soddisfatti, ritengono sia necessario aumentare il finanziamento essendo la Sanità pubblica una priorità strategica. Eppure, un italiano su 3 si aspetta che nulla cambierà. Per ciò che riguarda invece l’erogazione dei servizi, il Paese appare spaccato e presenta un forte divario regionale con il 78% dei cittadini (era il 73% nel 2023) a ritenere che l’Articolo 32 non venga rispettato pienamente, salvo in alcune Regioni.
“L’aggiornamento 2025 sul sentiment dell’opinione pubblica in tema di salute e sanità, tra progressi, arretramenti e staticità, deve spronarci all’azione. La salute e la sanità restano la prima priorità per i cittadini, seguita dal lavoro, e non potrebbe essere diversamente in un Paese longevo come l’Italia, dove l’invecchiamento della popolazione sfida la sostenibilità di un sistema sanitario pubblico ancora prevalentemente apprezzato, nonostante le criticità espresse nei confronti delle liste d’attesa e della carenza di personale sanitario. Restano da risolvere anche i divari regionali per rendere davvero universale l’accesso alla sanità. Segnali positivi si rilevano nelle aree della prevenzione e dei vaccini considerati essenziali dalla maggior parte della popolazione, così come nei confronti dell’accelerazione digitale impressa ai servizi. Si conferma l’apprezzamento nei confronti dell’innovazione e dell’impegno in Ricerca & Sviluppo da parte dell’industria farmaceutica”, ha spiegato Nando Pagnoncelli, Presidente IPSOS.
Sul fronte dell’innovazione terapeutica e della crescita, gli italiani riconoscono il contributo importante dato dall’attività di Ricerca & Sviluppo delle aziende farmaceutiche, tanto che il comparto farmaceutico è percepito come protagonista su due livelli: da un lato, come volano di salute con un ruolo fondamentale nella lotta alle principali patologie, grazie agli sforzi in Ricerca & Sviluppo; dall’altro, come stimolo per la ripresa e la crescita economica italiana. Eppure, il 92% dei cittadini (80% nel 2023) ritiene l’accesso alle terapie innovative ancora un’evenienza eccezionale, fattibile per pochi e non in tutte le Regioni.
“L’industria farmaceutica è strategica per la salute, la crescita economica e la sicurezza. Per la salute perché le aziende farmaceutiche offrono un contributo fondamentale per la salute dei cittadini. In Italia, per esempio, in 20 anni la mortalità totale è diminuita del 25% e per le patologie croniche del 35%. Per la crescita economica, come dimostra il record storico raggiunto dall’export: 54 miliardi di euro nel 2024. Con i dati che confermano l’industria farmaceutica al primo posto per indice di competitività, produttività, open innovation, e con farmaci e vaccini, per surplus con l’estero, +20 miliardi di euro nel 2024. La farmaceutica è fondamentale anche per la sicurezza nazionale soprattutto nell’odierno contesto geopolitico, turbolento e competitivo. L’industria apprezza l’operato del Governo, che sta andando nella giusta direzione. E sottolinea che ora per restare attrattivi è fondamentale una Strategia Nazionale sulla Farmaceutica e le Scienze per la Vita. Con una decisa riforma della governance della spesa farmaceutica pubblica, che punti a migliorare ulteriormente l’accesso alle cure, superare progressivamente i payback, aumentare la competitività delle imprese e attrarre gli investimenti”, ha commentato Marcello Cattani, Presidente Farmindustria.

“La riforma della governance del Fondo per i Farmaci Innovativi, introdotta con l’ultima legge di bilancio, rappresenta un significativo passo avanti per garantire un accesso più equo e tempestivo alle terapie innovative. Questa modifica risponde alle esigenze del comparto farmaceutico e dei pazienti, contribuendo a rendere il sistema più efficiente e sostenibile. Tuttavia, per attrarre maggiori investimenti in innovazione e consolidare il ruolo dell’Italia nel panorama internazionale, è essenziale adottare un approccio strategico che combini incentivi di tipo push (a sostegno della ricerca e sviluppo) e pull (volti a favorire l’adozione e la diffusione delle nuove tecnologie). Solo attraverso investimenti mirati e un sistema di valutazione rapido ed efficace, sarà possibile colmare le attuali criticità e garantire che le innovazioni raggiungano i pazienti in modo più rapido ed efficiente”, ha affermato Ugo Cappellacci, Presidente XII Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati.
“Occasioni come queste sono importanti perché è necessaria una giusta sinergia tra tutti gli attori protagonisti: Istituzioni, medici, professionisti, esperti, mondo scientifico, realtà interessate. L’obiettivo è quello di affrontare al meglio le nuove sfide future, in ambito sanitario. Tra le priorità assolute, rientrano sicuramente: innovazione e ricerca, che rendono possibili cure sempre più efficienti e personalizzate, anche in virtù di alcuni dati specifici, come l’aumento dell’età media della popolazione. Attraverso la digitalizzazione, pensiamo alla telemedicina, è possibile implementare le cure a domicilio, soprattutto per i pazienti più fragili. E questo può essere utile anche per il decongestionamento degli ospedali e dei pronto soccorso, dove buona parte degli accessi risulta essere improprio. Poi, è indispensabile diffondere e promuovere la cultura della prevenzione, che non deve essere ritenuta un costo, anzi può costituire un risparmio, in primis in termini di benessere. Attraverso le attività di prevenzione, infatti, è possibile evitare l’insorgere di nuove patologie, o almeno ridurre il rischio che diventino più acute, e soprattutto sono fondamentali per una diagnosi precoce e tempestiva. In Consiglio regionale del Lazio, alla Pisana, stiamo portando avanti l’iniziativa “un Consiglio in salute”: un programma gratuito di prevenzione, rivolto ai dipendenti del Consiglio. Alle iniziative che abbiamo organizzato, è stata registrata una grande partecipazione, e ora stiamo lavorando per estendere questo progetto, coinvolgendo anche i territori”, ha affermato Antonello Aurigemma, Presidente del Consiglio Regionale del Lazio e Coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome.
Il valore dell’Innovazione
“L’innovazione sta cambiando radicalmente il trattamento dei tumori; tuttavia, per garantire che queste innovazioni siano accessibili e tempestive per tutti i pazienti, ci sono diverse sfide e opportunità da affrontare. Le disparità nei sistemi sanitari possono impedire un accesso equo, così come pure i costi elevati, le lunghe tempistiche di approvazione dei farmaci innovativi, la necessità di formazione continua degli operatori sanitari e dei medici. Ma si prospettano alcune opportunità: le collaborazioni internazionali che favoriscono condivisione di conoscenza, tecnologie digitali che fanno accedere i pazienti a consulenze e trattamenti innovativi anche in aree remote, integrazione di politiche sanitarie. In qualità di futuro Presidente ESMO sarà questa la mia priorità in modo da permettere una distribuzione equa e tempestiva delle innovazioni terapeutiche”, ha affermato Giuseppe Curigliano, Presidente Eletto ESMO.
“Parlare di innovazione in sanità oggi significa parlare di come rendere la sanità più vicina ai cittadini e le cure sempre a più misura del paziente. Per fare questo, occorre che la stessa innovazione sia costruita partendo dal cittadino, assumendo il punto di vista del cittadino e delle sue esigenze. Questo vale per gli screening, per i farmaci, per i servizi di telemedicina, per la digitalizzazione. Allo stesso tempo, è fondamentale che il diritto all’innovazione sia garantito in maniera equa per tutti e ovunque, perché non resti un privilegio o un elemento ulteriore di disuguaglianza nell’accesso alla prevenzione, alla diagnosi e alle cure sanitarie”, ha aggiunto Anna Lisa Mandorino, Segretaria Generale Cittadinanzattiva.
In merito al ruolo dei pazienti, cresce rispetto al 2023 la percentuale di italiani (il 57%) convinti che debbano essere coinvolti attivamente nei processi decisionali di cura, mentre diminuisce leggermente la percentuale di quelli che ritiene che ci sia ancora poca attenzione ai loro bisogni specifici nel percorso diagnostico-assistenziale. A tal proposito, per quanto non emerga molto forte l’esperienza diretta con le Associazioni di Pazienti, gli italiani valutano positivamente il loro ruolo e suggeriscono un maggior protagonismo (il 57%).
“Il Piano Nazionale Malattie Rare è stato una grande conquista per il nostro Paese ed è il risultato del lavoro comune fatto da associazioni pazienti, clinici e Istituzioni. Ad oggi tutte le Regioni hanno recepito il Piano e individuato i Centri di coordinamento e di riferimento, anche se permangono invece disomogeneità sulla dislocazione nel territorio nazionale dei centri d’eccellenza, che sono assenti in ben 7 Regioni italiane. È importante, soprattutto, che le Regioni investano nella formazione del personale, nell’informazione per i pazienti e nella definizione dei percorsi di cura per una presa in carico globale e personalizzata, che comprenda anche il periodo della transizione età pediatrica-adulta. Per una persona – e una famiglia – che riceve una diagnosi di malattia rara, poter contare su un percorso di cura e di riabilitazione dedicato e programmato, incide moltissimo nella vita di tutti i giorni. L’innovazione non deve fermarsi alla terapia, ma deve riguardare anche tutti quegli aspetti relativi al benessere della persona: per raggiungere questo obiettivo, anche i sistemi organizzativi devono essere “innovativi” e superare la visione a silos”. Lo ha sottolineato Annalisa Scopinaro, Presidente UNIAMO.
Prevenzione come investimento
“Il nostro Paese, come anche l’Europa, è in una fase molto complessa, con bassa crescita economica, vincoli di bilancio stringenti e una crescente pressione sui sistemi sanitari e previdenziali. Le nuove regole del Patto di Stabilità sono una grande opportunità per un cambio di paradigma, consentendo agli Stati Membri di potenziare gli investimenti in aree che garantiscono un alto ritorno economico di lungo periodo. La prevenzione sanitaria risponde perfettamente a questi requisiti, infatti, non migliora solo la salute pubblica, ma genera anche benefici concreti quali la riduzione del progressivo aumento della spesa sanitaria futura e l’aumento della produttività dei lavoratori. Gli Stati Membri dell’Unione Europea possono cogliere questa opportunità e promuovere misure efficaci di prevenzione, trasformando la salute in un motore di crescita e resilienza per l’intero sistema socio-economico”. Valerio De Molli, Managing Partner & CEO, The European House – Ambrosetti e TEHA Group.
“Investire in prevenzione non è solo una misura fondamentale per migliorare la salute pubblica, ma rappresenta anche un’opportunità significativa per stimolare la crescita economica. Gli interventi preventivi, come le vaccinazioni o la promozione di comportamenti sani, generano ritorni che vanno ben oltre la semplice riduzione dei costi sanitari. Le stime economiche indicano che i benefici della prevenzione superano di gran lunga i costi iniziali, con un impatto positivo sulla produttività, sull’educazione e sul benessere sociale. La prevenzione è quindi un investimento strategico che contribuisce in modo significativo alla salute e alla prosperità delle società”. Lo ha dichiarato David Bloom, Professore di Economia, Università di Harvard.
“Le nuove regole europee offrono ampia autonomia sulle riforme e gli investimenti che l’Italia si è impegnata a adottare. Inoltre, consentono di programmare nel medio termine: una maggiore spesa oggi può essere giustificata se produce più crescita e meno spesa domani. Numerosi studi, anche nel contesto italiano, mostrano che gli interventi per la prevenzione sanitaria, in particolare l’immunizzazione e lo screening, soddisfano pienamente queste condizioni. Si tratta di investimenti prioritari per la resilienza sociale ed economica che il Governo dovrebbe inserire nel Piano fiscale e strutturale di medio termine, a cominciare dalla revisione di aprile”, ha commentato Massimo Bordignon, Professore di Economia Pubblica, Università La Cattolica.