La domanda è semplice, ma la risposta è complessa: cosa incide maggiormente sulla salute, l’inquinamento ambientale o gli stili di vita sbagliati? Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha fatto chiarezza, mostrando come entrambi siano fattori cruciali e spesso interconnessi. Capire il loro peso relativo è essenziale per orientare politiche pubbliche e scelte individuali.
Fattori di rischio legati agli stili di vita
In Italia e nel mondo le malattie croniche non trasmissibili (cardiovascolari, tumori, diabete, malattie respiratorie) rappresentano la principale causa di morte e disabilità. Secondo i dati del Country Health Profile Italia (Commissione Europea e OCSE), quattro fattori incidono in modo determinante:
- Fumo di sigaretta
- Dieta scorretta
- Inattività fisica
- Consumo eccessivo di alcol
Questi comportamenti sono responsabili, direttamente o in combinazione, di circa l’80% dei decessi evitabili. Il rischio cresce in modo esponenziale quando più abitudini scorrette si sommano: due più due, in questo caso, non fa quattro, ma molto di più.
Negli ultimi anni, inoltre, la pandemia ha inciso sui comportamenti quotidiani: i dati PASSI (2008-2023) mostrano un aumento della sedentarietà e peggioramenti nell’alimentazione, soprattutto tra i giovani. Lo studio ALIMA (2024), condotto su adolescenti e giovani adulti a Roma, ha evidenziato livelli preoccupanti di dieta poco equilibrata e stili di vita sedentari, con un conseguente incremento di obesità e rischio metabolico.
L’impatto dell’inquinamento ambientale
Se gli stili di vita restano il principale fattore di rischio modificabile, l’inquinamento ambientale è tutt’altro che secondario.
- Uno studio italiano pubblicato nel 2025 su Scientific Reports ha dimostrato un legame diretto fra esposizione cronica a particolato fine (PM2.5 e PM10) e aumento del rischio di diabete di tipo 2, anche in aree urbane di media densità.
- La letteratura scientifica segnala inoltre una correlazione tra inquinamento atmosferico e tumori, soprattutto polmonari, con un aumento dei decessi nelle aree più industrializzate.
- Anche gli effetti acuti sono rilevanti: brevi aumenti dei livelli di smog si associano a picchi di ricoveri per malattie respiratorie e cardiovascolari.
- Infine, il cambiamento climatico amplifica i rischi sanitari: ondate di calore sempre più frequenti aumentano la mortalità fra anziani e pazienti fragili; nuove malattie trasmesse da vettori (come alcune specie di zanzare) si stanno espandendo anche in Italia.
Cultura della salute: il nodo italiano
Un punto critico rimane la cultura del benessere. Nonostante la diffusione di campagne di prevenzione, la consapevolezza dei cittadini resta limitata e disomogenea.
- La scuola dovrebbe giocare un ruolo più forte nell’educazione a corretti stili di vita.
- La Dieta Mediterranea, patrimonio della cultura italiana e modello nutrizionale riconosciuto dall’UNESCO, viene progressivamente abbandonata, anche per ragioni economiche: i cibi industriali, spesso meno salutari, hanno un costo inferiore rispetto a frutta, verdura e pesce fresco.
Questa transizione alimentare rischia di erodere uno dei principali fattori protettivi della salute della popolazione italiana.
Non un aut aut, ma un approccio integrato
Gli stili di vita spiegano la quota maggiore delle malattie croniche, ma l’inquinamento agisce come fattore aggiuntivo e amplificatore. Una persona sedentaria, fumatrice e in sovrappeso che vive in un’area ad alta concentrazione di smog ha un rischio moltiplicato di ammalarsi.
La sfida della salute pubblica italiana ed europea non può quindi scegliere un solo fronte. Servono interventi integrati e paralleli:
- politiche ambientali per ridurre le emissioni, migliorare la qualità dell’aria e contenere il cambiamento climatico;
- programmi educativi e sanitari per promuovere corretti stili di vita fin dall’infanzia;
- azioni mirate a ridurre le disuguaglianze sociali, perché povertà e bassa istruzione sono associate sia a comportamenti a rischio sia a una maggiore esposizione agli inquinanti.
La vera risposta, insomma, non è chiedersi se pesi di più l’inquinamento o lo stile di vita, ma capire che solo affrontandoli insieme possiamo costruire una società più sana.
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