Prevenzione

Malattie respiratorie croniche: aria inquinata prima causa di “decessi anticipati”

Malattie respiratorie croniche: madre in bici con bimbo e mascherina in città

Secondo i dati elaborati dalla Società Italiana di Pneumologia SIP/IRS, l’inquinamento atmosferico è la prima causa di “decessi anticipati” per malattie respiratorie croniche. La qualità dell’aria determina la salute dell’individuo: un recente rapporto dell’American Thoracic Society (ATS) sottolinea come l’esposizione all’inquinamento atmosferico provochi il rimodellamento delle vie aeree. Ciò può portare all’insorgenza di asma o BPCO che peggiorano dopo l’esposizione a lungo termine agli inquinanti atmosferici, nello specifico il particolato fine (PM2.5) e l’ozono (O3).

Anche in Italia studi recenti confermano con nuove evidenze l’associazione fra inquinamento e ospedalizzazione e mortalità per malattie respiratorie non solo nelle aree urbanizzate, ma anche nelle aree suburbane, quindi con più verde.“Di fronte a questo scenario il ruolo della Società Italiana di Pneumologia SIP/IRS deve essere quello di stimolare la conoscenza e la consapevolezza di medici, cittadini e istituzioni con iniziative concrete” sottolinea il presidente della Sip/IRS Professor Carlo Vancheri.

Malattie respiratorie croniche e inquinanti

Crescono asma e rinite allergica e aumenta il rischio di broncopneumopatia cronica-ostruttiva (BPCO), cancro del polmone e interstiziopatie polmonari. Tra i fattori più importanti che hanno contribuito all’aumento, avverte la Società Italiana di Pneumologia SIP/IRS, c’è l’inquinamento atmosferico. Esso, ormai, rappresenta, a livello globale, la prima causa di ‘decessi anticipati’ per malattie respiratorie croniche, la quarta per infezioni respiratorie, e la sesta per malattie cardiovascolari. Per questo motivo, SIP/IRS ha avviato un insieme di attività di sensibilizzazione verso la cura dell’ambiente e della conseguente salute respiratoria. L’iniziativa vedrà anche la ripresa in autunno di uno spot sociale sui canali televisivi RAI.

La Società Italiana di Pneumologia – Italian Respiratory Society SIP/IRS ha incrociato i dati di diversi studi in Italia e all’estero per fare il punto sulla situazione. “La salute respiratoria degli italiani sta peggiorando ed esiste un diretto collegamento tra l’esposizione prolungata all’inquinamento e le malattie respiratorie che riducono la qualità e l’aspettativa di vita, mentre riscaldamento climatico e fenomeni metereologici eccezionali potrebbero ulteriormente concorrere a concentrare le sostanze inquinanti” spiega il dott. Francesco Pistelli, dirigente medico della U.O. di Pneumologia Universitaria, AOU Pisana.

In programma ci sono molte attività di sensibilizzazione realizzate da SIP/IRS, in collaborazione con FIP – Federazione Italiana della Pneumologia ONLUS e AIPO – Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri sono numerose. Una di queste è “Un albero per respirare”, in collaborazione con l’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO) e Legambiente, che ha visto eseguire la messa a dimora di 300 alberi in Puglia e Sicilia e che continuerà sul territorio nazionale per migliorare l’aria e contribuire ad arginare gli squilibri del cambiamento climatico visto che un solo albero può compensare la produzione di 700 kg di CO2.

I dati

In Italia studi recenti hanno ribadito l’associazione fra inquinamento e ospedalizzazione e mortalità per malattie respiratorie non solo nelle aree urbanizzate, ma anche nelle suburbane. Gli stessi studi hanno mostrato incrementi statisticamente significativi di pazienti affetti da rinite allergica e asma a causa dell’esposizione a particolato (il 17% e il 25%, rispettivamente) e a NO2 (7% per entrambe le malattie) e di bronchite cronica/BPCO per esposizione a NO2 (22%). Infine, è stata confermata l’associazione fra esposizione cronica a PM10 e un rischio di 2,96 di sviluppare la BPCO e fra esposizione a PM2.5 eun rischio di 2,25 di sviluppare la rinite e di 4,17 di sviluppare espettorato cronico.

“Il messaggio inequivocabile che deve emergere – conclude il presidente Vancheri – è di avere consapevolezza del danno alla salute che può determinare l’inquinamento atmosferico. È una minaccia che non si vede e non si tocca, ma che agisce causando molte morti precoci che possono e devono essere prevenute.”

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