Farmaceutica Speciali

Dermatite atopica, i falsi miti

dermatite atopica, braccio di un bambino arrossato

Nonostante sia una patologia della quale oggi si parla molto, sulla dermatite atopica sopravvivono molti falsi miti che contribuiscono a creare un vero e proprio stigma sociale nei confronti dei pazienti. «Un falso mito da sfatare è che si tratti di una malattia contagiosa», spiega Cataldo Patruno, professore di Malattie cutanee e veneree all’università Magna Grecia di Catanzaro.

«La dermatite atopica è una patologia infiammatoria cronica della pelle, dovuta essenzialmente a un’alterazione dei sistemi di difesa della cute. Queste alterazioni sono genetiche – prosegue – e rendono i pazienti più sensibili ai fattori ambientali, inducendo una risposta infiammatoria eccessiva». In altre parole, la pelle poco protetta scatena come forma di difesa una forte risposta immunitaria che si manifesta come dermatite. Ma quali sono i campanelli d’allarme ai quali si deve prestare attenzione? Patruno non ha dubbi: «Il primo e più importante tra i sintomi è il prurito. Un prurito intenso e persistente. Visivamente, la patologia si presenta come eczema, caratterizzato nelle fasi iniziali da arrossamento, con la successiva formazione di vescicole e desquamazione».

La dermatite atopica è la malattia più frequente dell’età infantile. Può esordire con gli aspetti della cosiddetta crosta lattea, per poi localizzarsi in altre sedi. Con la crescita, infatti, si manifesta spesso nelle pieghe di gomiti e ginocchia, ma può interessare anche altre aree, compreso il viso. Il professor Patruno aggiunge che la gran parte delle forme infantili di dermatite atopica guariscono spontaneamente, grazie a una maturazione dei sistemi di protezione della pelle. Altre forme, più gravi, si manifestano lungo tutta la vita del paziente o, talvolta, compaiono direttamente in età adolescenziale o in età adulta.

Si tratta di una «malattia multifattoriale, nella quale i fattori ambientali giocano un ruolo fondamentale». Basti pensare che la malattia spesso peggiora in inverno, per migliorare in estate dopo l’esposizione al sole. Ma, soprattutto, esiste un fil rouge (la cosiddetta marcia atopica) che lega la dermatite atopica con altre malattie atopiche. «Oltre alla dermatite atopica, fanno parte di queste malattie l’asma, l’allergia alimentare, la rinocongiuntivite allergica e l’esofagite eosinofila. In altri termini, un paziente con dermatite atopica può sviluppare altre patologie atopiche, perché il suo sistema immunitario iperattivo sviluppa allergie più facilmente ».

Per i pazienti affetti da forme gravi di dermatite atopica esistono centri specializzati, all’interno delle cliniche universitarie o di ospedali, che possono prescrivere terapie innovative. «Oggi – conclude Patruno – abbiamo a disposizione nuove terapie particolarmente efficaci. Fino a pochi anni fa l’unica arma era quella degli immunosoppressori, che però hanno effetti collaterali importanti e che si possono adoperare per un tempo limitato. Gli anticorpi monoclonali e gli inibitori di JAK hanno cambiato la storia naturale della dermatite atopica e garantiscono anche ai pazienti affetti da forme gravi di poter condurre una vita normale».

 

Articolo a firma di Marcella Travazza pubblicato su IL MATTINO il giorno 21 maggio 2023 con la collaborazione del network editoriale Presa – Prevenzione e Salute

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