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Il valore insostituibile della medicina narrativa

Melanoma la memoria della pelle
Ne hanno parlato ai microfoni di Radio Kiss Kiss il presidente della Fondazione Mesit Marco Trabucco Aurilio, l’oncologo e ricercatore Paolo Ascierto, e il direttore generale Ryder Cup 2023 Gian Paolo Montali.

Nell’ultimo decennio il melanoma ha raggiunto a livello mondiale le centomila diagnosi l’anno, con un incremento del 15 per cento. Anche per questo, per informare su una patologia tanto diffusa, che è nata l’idea del libro “La memoria della pelle”, un progetto che ha visto come protagonisti il presidente della Fondazione Mesit Marco Trabucco Aurilio, l’oncologo e ricercatore Paolo Ascierto, e il direttore generale Ryder Cup 2023 Gian Paolo Montali. Il romanzo è un bell’esempio di medicina narrativa e fa parte di una più ampia campagna di informazione rivolta soprattutto ai più giovani.

Prevenzione

«La medicina narrativa – ha spiegato Trabucco Aurilio ai microfoni di Radio Kiss Kiss – consente attraverso un linguaggio semplice e accessibile a tutti, non solo di raccontare il lato clinico della malattia, ma soprattutto quello sociale ed emotivo, attraverso punti di vista differenti. Una storia come tante, come quella della nostra protagonista, si trasforma in un forte strumento di informazione e prevenzione». Parte del ricavato del volume La memoria della pelle è destinato a sostenere le iniziative della Fondazione Mesit e della Fondazione Melanoma.

Giovani

Che il libro sia un progetto importante anche e soprattutto per i giovani lo ha sottolineato Paolo Ascierto: «La storia di Erica – ha detto – ci insegna che la prevenzione è la strategia migliore per combattere il cancro, e il melanoma non fe eccezione. La medicina narrativa può fare arrivare questo messaggio in profondità, ai giovani, che sono purtroppo direttamente chiamati in causa da questa malattia, perché oggi l’anello debole. Se il melanoma è stato per anni un tumore tipico dell’anziano, ora abbiamo un picco a 40 anni ed è addirittura la prima causa di morte tra i ragazzi nella fascia d’età 20-30 anni».

Mentalità

Di «giusto approccio» ha parlato invece Gian Paolo Montali. «Nel modo dello sport la mentalità vale tanto quanto il talento», ha ricordato. «Quando inizio una nuova avventura dico sempre tre cose: “atteggiamento”, “atteggiamento”, “atteggiamento”. Così si crea la mentalità giusta. Serve la disponibilità delle persone per affrontare al meglio ogni sfida e con la malattia è la stessa cosa». Quando ci si ammala, ci si ritrova di colpo catapultati in un mondo sconosciuto, pieno di luoghi impervi e spaventosi. Ci si può sentire spaesati e molto soli, almeno fino a quando non si scopre l’aiuto prezioso di alleati, guide e compagni di viaggio. Il volume può essere acquistato on line su Amazon (Acquista) e in tutte le librerie fisiche.

Ascolta l’intervista completa CLICCA QUI

la memoria della pelle

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