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Rischio cardiovascolare: solo la metà degli italiani lo riconosce

prevenzione rischio cardiovascolare, le mani di un uomo custodiscono un cuore di plastica
Sono meno consapevoli del rischio le donne e le fasce più giovani.

Le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte in Italia eppure solo la metà degli italiani riconosce il rischio. Per molti è difficile modificare i propri stili vita, ma è forte il desiderio di essere informati e motivati dal proprio medico. Sono i dati che emergono dall’indagine promossa dalla Fondazione Italiana Per il Cuore (FIPC) e condotta da IQVIA. La ricerca sulle abitudini degli italiani e sulla consapevolezza del rischio cardiovascolare è stata realizzata in occasione della Giornata Mondiale del Cuore che si celebra oggi, 29 settembre.

Rischio cardiovascolare, l’indagine per il World Heart Day

L’indagine ha interessato 3000 italiani che hanno rilasciato 180mila risposte via web e sono un campione scelto per essere rappresentativo della popolazione. “Nonostante il rischio cardiovascolare sia la principale causa di morte in Italia, solo la metà degli italiani ne è effettivamente consapevole. Questo indica una lacuna significativa nell’informazione e nella sensibilizzazione dei cittadini riguardo ad un problema così importante per la salute pubblica. La difficoltà a modificare i propri stili di vita nonostante vi sia la consapevolezza della necessità di farlo è un reale campanello d’allarme che richiede un intervento. La prevenzione delle malattie cardiovascolari – precisa Emanuela Folco, Presidente FIPC  – richiede un impegno e una responsabilità prima di tutto individuale, ma anche un fondamentale supporto informativo e motivazionale da parte dei professionisti della salute che prestano cura e assistenza. Il valore aggiunto di questi risultati è nella capacità di fornirci una approfondita comprensione dei comportamenti di prevenzione del cittadino, delle barriere esistenti e delle possibili leve che possiamo utilizzare per educare la popolazione all’importanza della prevenzione cardiovascolare.”

Il 54% pensa di non essere a rischio

Solo la metà degli italiani sa che le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte in Italia. Il 54% ritiene di non essere a rischio e fra questi la metà ha, in realtà, un livello di rischio cardiovascolare elevato. Ne sono meno consapevoli le donne e le fasce più giovani. In particolare, il 70% degli italiani convive con almeno una condizione cronica, il 54% è a medio-alto rischio cardiovascolare, il 70% ha stili di vita a rischio, il 45% è in sovrappeso/obeso.

Per quanto riguarda la lista dei comportamenti a rischio, quasi uno su due consuma alcool in modo eccessivo. Uno su quattro fuma, non segue un’alimentazione salutare e non svolge attività fisica regolarmente. Anche la percezione di malessere psico-fisico è diffusa. Quasi la metà degli italiani (46%) non si sente in buona salute, oltre un quarto (28%) dorme male e quasi uno su quattro afferma di vivere costantemente sotto stress. Insonnia e stress sono maggiormente riportati dalle donne e nella fascia 35-55 anni.

La prevenzione del rischio cardiovascolare

Solo un italiano su due dichiara di fare qualcosa per la prevenzione cardiovascolare (solo uno su dieci ritiene di fare molto). Le azioni riguardano l’alimentazione (50%), il movimento e l’attività fisica (39%). Il 18% effettua controlli ed esami medici regolari e solo l’11% dichiara d’impegnarsi a ridurre il fumo.

Sono ancora molti gli ostacoli alla prevenzione riportati, tra cui la difficoltà di modificare lo stile di vita (39%), la scarsa consapevolezza del rischio (33%), la mancanza di informazioni su cosa fare (27%) e la scarsa comunicazione/supporto da parte del medico (21%).

“Scegliere un percorso di vita sano è un passo fondamentale per prendersi cura del nostro benessere, in particolare della salute del nostro cuore. Queste pratiche quotidiane possono fare una differenza notevole nella nostra salute generale. Semplici comportamenti, evitando di fumare, seguendo una dieta corretta evitando cibi ultra-processati, svolgere una regolare attività fisica, limitare il consumo di alcool e bevande zuccherate – continua Folco – senza aspettare che i problemi si manifestino. Possiamo prendere il controllo della nostra salute fin da ora attraverso scelte di vita consapevoli e salutari”.

Alfabetizzazione sanitaria: 63% dal medico, a pari merito web e farmacista

Secondo l’indagine è sempre più importante attivare dei processi di alfabetizzazione sanitaria sul rischio cardiovascolare e sull’importanza della prevenzione. Oltre l’80% degli italiani è interessato a ricevere maggiori informazioni sulla prevenzione del rischio cardiovascolare. Il medico di medicina generale (63%) e lo specialista (31%) sono considerate le fonti principali da cui ci si aspetta di essere informati.

Importanti, tuttavia, anche la farmacia attraverso il consiglio del farmacista (26%) e i materiali/brochure disponibili in farmacia (28%), la consultazione del web ossia i siti dedicati alla salute (26%), i portali di centri di cura e gli altri media (programmi dedicati alla salute su radio e TV). Il 72% degli intervistati ritiene che non si parli abbastanza di rischio e di prevenzione cardiovascolare e che il medico in 2 casi su 3, non informi in modo chiaro e comprensibile sui rischi cardiovascolari e su come prevenirli.

“Pertanto, è fondamentale sviluppare un piano di comunicazione rivolto ai cittadini capace di fornire informazioni chiare e comprensibili utilizzando in modo sinergico tutti i canali di informazione (media, siti web, informazioni in farmacia) adeguando toni – conclude Folco – contenuti e format, in modo da poter raggiungere le diverse fasce della popolazione. Formare il medico (medico di medicina generale e specialista) sull’importanza della comunicazione efficace con il paziente e coinvolgere il farmacista valorizzando il ruolo sempre più importante della farmacia come presidio di salute di prossimità per il cittadino, luogo di informazione ed empowerment ma anche di facile accesso per screening ed esami– sono strumenti che rivestono un ruolo cruciale nel motivare il paziente ad adottare i giusti comportamenti di prevenzione e spiegare l’eventuale percorso di cura e assistenza”.

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