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Sanità digitale e telemedicina, le sfide sul territorio

due mani racchiudono croce che rappresenta dati sanitari in digitale

Il digitale e la telemedicina sono tra i temi su cui ruotano le principali sfide della sanità del futuro. Se n’è parlato a Welfair 2023 – La fiera del fare Sanità, appena conclusa. Nel suo intervento, il prof. Antonio Gaddi, presidente della Società Italiana di Telemedicina ha ribadito: “in questo dialogo costante tra strutture centrali e regionali, le postazioni di Telemedicina non potranno essere vincolate in un punto dello spazio ma dovranno essere disseminate per seguire il cittadino nel suo diritto di spostarsi. Per questo la tutela del dato si accompagna alla sua mobilità. Per questo il tema della telemedicina è, prima di tutto, un tema di infrastruttura: efficace e protetta. È un percorso di anni che dipende dall’azione di molti soggetti istituzionali, ma serve l’apporto di co-produzione di tutte le imprese coinvolte.” 

Per quanto riguarda il dato sanitario: “Oltre ad una sua archiviazione presso strutture centralizzate, il dato sanitario deve stare presso l’azienda sanitaria di riferimento che l’ha prodotto e deve poter essere poi visualizzato, usato, elaborato in tempi ragionevoli da chi, a valle, sia in grado di aiutare il percorso di cura del cittadino – ha detto il direttore di Assinter Italia, Maria Immacolata Cammarota.

“In altre parole, se io eseguo un esame radiologico presso la struttura sanitaria d’appartenenza, oggi, grazie alla nuova architettura digitale messa in campo dal nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico sono previsti dei filtri aziendali (gateway) che ‘puliscano’, codifichino e validino il dato o documento sanitario così da poter essere trasferito correttamente ad altri medici, altre strutture ospedaliere, altre Regioni. Le aziende sanitarie devono essere quindi in grado, nel quadro della prossima sanità digitale, di produrre il dato, validarlo e renderlo disponibile a chi, per le dovute finalità lo possa utilizzare – anche in Regioni diverse”. 

Tra i punti emersi, ha detto Andrea Gallo, direttore responsabile Fasi, “il passaggio da diritto alla privacy a protezione del dato che, quando soddisfatte le condizioni di protezione, l’attuale GDPR consente di far circolare i dati fra gli attori del sistema sanitario”. In merito al PNRR, “probabilmente sono stati troppi i finanziamenti e gli investimenti finanziati di qualità non sempre eccellente, mettendo in secondo piano come poi le strutture dovranno effettivamente funzionare nel 2026. Infine – ha concluso – lo spinoso tema della formazione agli operatori sanitari coinvolti nel processo della sanità digitale”. 

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