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Autismo, diagnosi precoce grazie all’IA

Autismo, un uomo usa un software di intelligenza artificiale
Autismo e intelligenza artificiale
Un nuovo software capace di apprendere dall'esperienza consentirà di scovare il disturbo già nei primi 24 / 48 mesi di vita.

Tra i diversi ambiti di applicazione pratica dell’intelligenza artificiale la salute è certamente uno dei più interessanti. Già oggi, software capaci di apprendere dall’esperienza vengono usati per sostenere i medici, ad esempio nell’indicazione di terapie o nella valutazione delle fragilità. Una nuova promettente applicazione potrebbe essere la diagnosi precoce di autismo. Una prospettiva non troppo lontana a guardare i dati preliminari di una ricerca dell’Università di Louisville, nel Kentucky.

Risonanze

La promessa è quella di poter arrivare a diagnosi di autismo già nei primi 24 / 48 mesi di vita con un tasso di precisione del 98,5%. Un risultato possibile grazie ad un nuovo sistema di intelligenza artificiale (AI) che, analizzando le immagini di risonanze magnetiche cerebrali speciali, riesce a diagnosticare accuratamente l’autismo nei bambini. Almeno, questa è la promessa dei ricercatori.

Molecole

La risonanza utilizzata in questo studio è quella con tensore di diffusione, una tecnica di risonanza magnetica che prevede l’uso di uno strumento (il tensore di diffusione) per ottenere immagini anche tridimensionali basandosi sull’analisi del movimento delle molecole d’acqua presenti nei tessuti del cervello. Gli esperti hanno spiegato che è utile a vedere quanto le differenti aree del cervello sono connesse tra loro.

Indipendenza

I ricercatori hanno applicato la loro metodologia alle scansioni cerebrali di 226 bambini di 24 / 48 mesi provenienti dall’Autism Brain Imaging Data Exchange-II. Il set di dati comprendeva scansioni di 126 bambini con autismo e 100 bambini con sviluppo normale. La tecnologia ha dimostrato una sensibilità del 97%, una specificità del 98% e un’accuratezza complessiva del 98,5% nell’identificare i bambini con autismo. L’idea di fondo è che un intervento terapeutico prima dei tre anni possa portare a risultati migliori, compresa la possibilità per gli individui affetti da autismo di raggiungere una maggiore indipendenza e un quoziente intellettivo più alto.

 

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