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Sud: più mortalità per tumore, meno screening, fuga per cure

febbre Dengue corridoio di un ospedale con operatore che trasporta letto
Meno prevenzione e aspettativa di vita più bassa.

I divari nella sanità italiana si manifestano già nei fondi disponibili, con il Sud che registra una spesa sanitaria inferiore. La sottodimensionata allocazione di risorse pubbliche, in particolare nelle regioni meridionali, contribuisce all’aumento delle differenze territoriali. Lo afferma il Rapporto Svimez in collaborazione con Save the Children sui «divari Nord – Sud nel diritto alla salute».

Speranza di vita e mortalità oncologica

Il Mezzogiorno presenta condizioni di salute inferiori, con un differenziale crescente nella speranza di vita. Nel 2022, la mortalità per tumore è più elevata al Sud, registrando un tasso del 9,6 per 10 mila abitanti per gli uomini. Il divario si amplifica anche per le donne, con l’8,2 al Sud rispetto al 7 del Nord.

Carenza di prevenzione oncologica al Sud

Le valutazioni dell’Istituto Superiore di Sanità rivelano una copertura più bassa nei programmi di screening nel Mezzogiorno rispetto al Centro e al Nord. La Calabria si posiziona all’ultimo posto con solo il 42,5% delle donne sottoposte ai controlli. La mancanza di prevenzione impatta direttamente sulla salute delle persone ma anche sulla spesa sanitaria.

Fuga dal Sud per le cure

La “fuga” al Nord per cure mediche specialistiche è una realtà di molte regioni meridionali. Nel 2022, il 44% dei migranti sanitari proveniva dal Mezzogiorno, con il 22% dei pazienti oncologici meridionali che si spostano per ricevere cure in regioni settentrionali. La Calabria registra la più alta incidenza di migrazioni, con il 43% dei pazienti che si rivolge a strutture sanitarie al di fuori delle regioni confinanti.

Autonomia differenziata

Secondo la Svimez, l’autonomia differenziata rischia di ampliare ulteriormente i divari territoriali, mettendo a rischio il diritto costituzionale alla salute. L’accentuazione delle differenze tra le regioni potrebbe portare a una crescita della mobilità di cura, con costi individuali significativi.

L’impegno delle istituzioni è fondamentale per garantire una reale parità di cure e una riduzione significativa dei divari sanitari in Italia, afferma il report.

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