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Vaiolo dell’Alaska, primo caso mortale

vaiolo dell'Alaska

Da meno di un decennio l’Alaska si confronta con una potenziale nuova minaccia. Si tratta del vaiolo dell’Alaska, detto anche Alaskapox. La morte di un uomo a causa del virus ha sollevato interrogativi sulla trasmissione della malattia. La notizia è stata diffusa dagli ufficiali sanitari dell’Alaska con un comunicato stampa.

Vaiolo dell’Alaska, origini

Il vaiolo dell’Alaska, identificato per la prima volta nel 2015 in una donna, è causato dal virus Alaskapox che appartiene al genere Orthopoxvirus. Si tratta dello stesso tipo del vaiolo delle scimmie (che ha causato di recente focolai anche in Italia) e al virus Variola (responsabile del vaiolo, ormai eradicato). I sintomi dell’infezione sono: lesioni cutanee, gonfiore ai linfonodi e disturbi simili all’influenza.

La malattia è endemica nei piccoli mammiferi dell’Alaska, con i toporagni e le arvicole come serbatoio principale. Secondo gli esperti, il vaiolo dell’Alaska potrebbe circolare nella regione da centinaia, se non migliaia di anni.

Nonostante solo sette casi confermati finora, secondo gli esperti molte persone potrebbero essersi rivolte al pronto soccorso negli anni, credendo di essere stati punti da insetti o morsi da ragni, quando in realtà potrebbero aver contratto il vaiolo dell’Alaska.

Sintomi

I sintomi del vaiolo dell’Alaska, simili a quelli del vaiolo delle scimmie, includono linfonodi ingrossati, lesioni cutanee, pustole, pelle arrossata e dolori articolari e muscolari. Nelle persone immunocompromesse, la malattia può evolvere in modo più grave, portando anche alla morte. La gestione della malattia coinvolge antivirali e farmaci immunoglobulinici.

Contagio 

La modalità di trasmissione della malattia agli esseri umani è ancora poco chiara. Si ipotizza che avvenga attraverso il contatto diretto con animali infetti o i loro fluidi corporei. L’uomo deceduto per il contagio si occupava di un gatto randagio e gli esperti ipotizzano la trasmissione anche attraverso gli artigli.

Nonostante il test negativo del gatto, il felino potrebbe aver veicolato il virus da altri roditori attraverso gli artigli. Attualmente, si sta indagando sul ruolo degli animali domestici nella trasmissione del vaiolo dell’Alaska.

Finora, non è stata confermata la trasmissione tra esseri umani, ma gli esperti avvertono che il virus potrebbe essere contagioso come il vaiolo delle scimmie, con la possibilità di diffondersi attraverso il contatto stretto, i fluidi corporei e le goccioline respiratorie.

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