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Tiroide, la chirurgia che non lascia cicatrici

Tiroide Marco Raffaelli, direttore della Unità di Chirurgia endocrina e metabolica presso il Policlinico Gemelli

Operare la tiroide senza incidere la pelle. È una chirurgia innovativa, per alcuni versi addirittura rivoluzionaria, quella proposta al Gemelli di Roma per intervenire sulla ghiandola senza lasciare alcun segno visibile. La tecnica, definita tiroidectomia endoscopica trans-orale con approccio vestibolare (Toetva) consente infatti l’asportazione della tiroide senza lacerare la pelle ed è stata usata per la prima al Policlinico Gemelli su una giovane paziente.

Alternativa

La Toetva rappresenta un’alternativa all’avanguardia rispetto alle tecniche chirurgiche tradizionali e alle procedure mini-invasive video-assistite. Ideata in Thailandia, dove le cicatrici sul collo sono culturalmente significative, questa procedura si è rapidamente diffusa in tutto il mondo per rispondere alle esigenze dei pazienti che desiderano evitare cicatrici visibili.

Cicatrici

Secondo Marco Raffaelli, direttore della Unità di Chirurgia endocrina e metabolica presso il Policlinico Gemelli, la Toetva è stata introdotta per soddisfare la crescente domanda di interventi chirurgici senza cicatrici visibili, in particolare per i tumori della tiroide che colpiscono anche persone giovani. La procedura si è dimostrata particolarmente utile per le giovani donne, che spesso ritardano l’intervento tradizionale per paura delle cicatrici sul collo.

Recupero rapido

La Toetva si distingue per la sua tecnica avanzata, che coinvolge piccole incisioni praticate all’interno della bocca, sotto il labbro inferiore, permettendo agli strumenti chirurgici di accedere alla tiroide senza danneggiare la pelle esterna. Questo approccio minimamente invasivo riduce significativamente il rischio di cicatrici visibili e offre ai pazienti un recupero più rapido e una maggiore soddisfazione post-operatoria.

I rischi

Nonostante la Toetva rappresenti un’opzione promettente per molti pazienti, è importante notare che è ancora una procedura relativamente nuova, eseguita solo in pochi centri in Italia e nel mondo. Richiede un’attenta selezione dei pazienti e viene eseguita in anestesia generale. Come ogni procedura chirurgica, possono verificarsi complicazioni, tra cui la lesione del nervo mentoniero con conseguente perdita di sensibilità del mento. Insomma, una tecnica veramente innovativa che, come sempre quando si tratta di chirurgia, non va presa sottogamba e deve essere praticata nei migliori centri.

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