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Cataratta, intervento trova sempre più ostacoli, appello degli oculisti

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Perdere la vista implica anche un costo sociale ed economico: mancati guadagni, peso sulle famiglie, assistenza di invalidità, esclusione.

L’ultima revisione dei LEA – i Livelli Essenziali Assistenza sanitaria, rimandata a gennaio 2025, prevede un risarcimento dell’intervento di cataratta per gli ospedali del SSN di circa 800 euro. Per gli specialisti si tratta di una cifra troppo ridotta per coprire i costi del personale, dei materiali, della sala operatoria ma soprattutto delle tecnologie innovative.

“Se questa revisione andrà veramente in vigore, i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie decideranno di non lavorare in perdita e spingeranno i medici ad eseguire sempre meno cataratte, lasciando due alternative alle persone: chi potrà pagarsi il privato o l’assicurazione, si farà operare. Chi non avrà i mezzi, diventerà cieco o ipovedente” – spiega Francesco Bandello, Direttore Clinica Oculistica Università Vita Salute IRCCS Ospedale San Raffaele Milano e presidente dell’Associazione Pazienti Malattie Oculari.

La denuncia è stata fatta dal professor Bandello e da un nutrito panel di medici oculisti – tra i circa 6-7.000 operanti sull’intero territorio italiano, di cui intorno ai 1.500 nel SSN – ed esperti sanitari alla presenza delle istituzioni, nella Sala Stampa della Camera dei deputati, oggi 3 aprile 2024 durante l’incontro «Sanità pubblica senza cataratte. Così l’oculistica sta scomparendo dal SSN» a cura dell’Associazione Italiana Pazienti Oculari in collaborazione con A.I.M.O. Associazione Italiana Medici Oculisti e con S.I.S.O. Società Italiana Scienze Oftalmologiche.

“Il problema di fondo – spiega Bandello – è che l’Oculistica è considerata una disciplina sulla quale si può risparmiare, e rischia come già l’odontoiatria e, negli ultimi anni, la Dermatologia e, in parte, l’Otorinolaringoiatria, di venire sacrificata all’interno del SSN fino a scomparire”.

Cataratta, rischi e prospettive 

“Questo provvedimento avrà degli altissimi costi sociali e non permetterà di erogare le prestazioni assistenziali con adeguati standard di qualità ed efficienza: a pagare il prezzo sarà il paziente – conferma il prof. Teresio Avitabile, presidente della Società italiana Scienze Oftalmologiche S.I.S.O.”

«L’oculistica è e rimane infatti la disciplina con il miglior rapporto costo-beneficio in tutto l’orizzonte medico (Fonte OMS) – ha specificato Alberto Quadrio Curzio, Professore Emerito di Economia politica all’Università Cattolica di Milano e Presidente onorario Associazione Pazienti malattie oculari -. Da una buona vista dipendono autonomia personale, risultati scolastici e aggiornamento delle competenze professionali, prevenzione degli infortuni sul lavoro. Perdere la vista, oltre al danno alle persone in termini di sofferenza, implica anche un costo sociale ed economico – mancati guadagni, peso sulle famiglie, assistenza di invalidità, esclusione – che è enormemente più alto di quanto costerebbe mantenere la salute visiva dentro il SSN”.

«Siamo molto preoccupati per la riduzione dei rimborsi per gli interventi oculistici ed in particolare per le cataratte e le terapie intravitreali finalizzate alle patologie retiniche che rappresentano gli interventi più eseguiti su tutto il territorio nazionale – puntualizza la dottoressa Alessandra Balestrazzi, Presidente AIMO Associazione Italiana Medici Oculisti – Piuttosto che far uscire la nostra specialità dal SSN o ridurre drasticamente il numero di interventi, si potrebbe pensare di prevedere una compartecipazione alla spesa da parte dei cittadini per alcune tecnologie più costose che potrebbero permettere ai pazienti una migliore qualità della vista»

Il professor Mario Stirpe, decano dell’oculistica italiana e Presidente dell’IRCCS Fondazione Bietti, sottolinea il rischio che “l’assistenza ospedaliera venga progressivamente limitata alle materie salvavita con la consegna delle materie specialistiche ad una sanità convenzionata il cui primo obbiettivo sarà quello di mantenere bilanci positivi, e ancor peggio, l’intrusione di categorie che già oggi tendono ad assumere compiti impropri”.

“Al momento – riprende il professor Bandello – le strade che si possono prendere sono tre. Il Governo modifichi i Lea permettendo agli ospedali di ricevere almeno 1000 euro circa per intervento; oppure indichi un livello di reddito al di sotto del quale la cataratta viene garantita dal SSN; in alternativa, ammetta in maniera trasparente che tutti i cittadini e le cittadine devono pensare di sottoscrivere un’assicurazione sanitaria per la salute visiva. Già ora le liste di attesa superano i 18 mesi. Se le cose rimangono come sono, eseguire la cataratta in ospedale diventerà un’illusione”.

“Quella di sacrificare l’Oculistica è una scelta lucida – conclude Bandello -. Ed è la scelta sbagliata: costa più di quanto faccia risparmiare e sacrifica il futuro di una disciplina che non potrà più contare su giovani medici formati nella sanità pubblica.”

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