Bambini

Allarme dei medici: bimbi a rischio per il virus sinciziale

Intervento straordinario, un bimbo in incubatrice
Foto generica

Desta qualche allarme l’incremento di accessi in ospedale di bambini colpiti da infezioni respiratorie. Molte terapie intensive sono sotto pressione, benché non siano stati raggiunti livelli di saturazione dei posti disponibili. Ad essere animalo è il numero di bambini che hanno avuto sin qui bisogno di intubazione e ventilazione meccanica invasiva e addirittura, in un caso, il supporto in Extracorporeal Membrane Oxygenation. I casi più gravi sono stati causati dalla coinfezione di virus influenzale e virus respiratorio sinciziale.

CONSEGUENZA DEL COVID

La spiegazione che i medici danno a questa situazione è legata in qualche modo al Covid, perché in molti casi l’uso delle mascherine ha in qualche modo indebolito il sistema immunitario delle mamme, che poi nella fase allattamento non sono riuscite a trasmettere ai figli una protezione adeguata. Dunque, un ruolo importante è legato alla scarsa circolazione virale degli ultimi due anni, resa possibile dalle misure di isolamento e di contenimento del coronavirus. Così, a partire dal mese di ottobre c’è stato un aumento significativo dei ricoveri per infezioni respiratorie nei bambini che, nelle ultime settimane, stanno mettendo in grave crisi i reparti di pronto soccorso pediatrici. Si tratta di infezioni da virus che circolano ogni anno, prevalentemente virus respiratorio sinciziale e virus influenzale che, tuttavia, stanno causando infezioni respiratorie più gravi rispetto agli scorsi anni.

VACCINAZIONI

La popolazione più colpita è rappresentata da bambini tra 0 e due anni, che si confrontano per la prima volta con virus ai quali non sono stati esposti gli scorsi anni. Lo stesso vale per le mamme che non hanno sviluppato difese immunitarie e che non possono quindi passarle ai neonati attraverso latte e placenta. Per altro, la diffusione della vaccinazione antinfluenzale è ancora bassa nelle gravide e nei bambini di età superiore a 6 mesi, per i quali è indicata. Il consiglio dei medici? Vaccinarsi per proteggere i soggetti più fragili.

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