Bambini Ricerca innovazione

Bimba torna a sentire grazie “all’orecchio” in 3D

Udito, un intervento all' orecchio
Lo straordinario intervento è stato eseguito per la prima volta in Italia all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli

Una stampante 3D per ricostruire l’osso temporale e consentire alla piccola Francesca (nome di fantasia) di tornare a sentire. Questa storia di buona sanità arriva da Napoli, dall’ospedale pediatrico Santobono-Pausilipon. Francesca, piccola paziente ipoacusica, è stata sottoposta a un intervento all’ orecchio, primo nel suo genere in Italia (secondo quanto riferito dai sanitari) ad alta tecnologia. L’intervento è stato eseguito dall’Unita operativa di Chirurgia protesica della Sordità Infantile.

DEFICIT GRAVE

La bambina affetta da Atresia Auris, una malformazione congenita con assenza del padiglione auricolare, del condotto uditivo esterno e dell’orecchio medio, presentava un grave deficit uditivo e quindi problemi di apprendimento scolastico. Ad operare Francesca  è stata l’equipe composta dai dottori Antonio della Volpe, direttore del dipartimento, De Lucia, Varicchio e Granata della Chirurgia Protesica della Sordità Infantile, che è Centro di riferimento regionale per gli impianti cocleari pediatrici del Santobono, utilizzando, per la prima volta in Italia, una tecnica innovativa in campo otochirurgico per la pianificazione preoperatoria.

SOFTWARE 

Con l’utilizzo di moderni software di elaborazione di immagine l’osso dell’ orecchio è stato prodotto, a partire dall’esame TC, un modello digitale 3D della zona di interesse sul quale è stato effettuato un planning chirurgico pre-operatorio, grazie al quale è stato possibile visualizzare più accuratamente l’anatomia del paziente e stabilire la strategia operatoria con estrema precisione. Infine è stata realizzato mediante stampa 3D un modello anatomico della struttura di interesse estremamente accurato e realistico, di modo da aumentare la capacità di comprensione del caso specifico da affrontare. Il risultato raggiunto è stato possibile attraverso la collaborazione del Santobono con un ingegnere biomedico, Luigi Iuppariello che ha permesso la realizzazione del modello in 3D.

la memoria della pelle

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