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Riposizionati i nervi per consentire il recupero della gamba

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Lo straordinario intervento su un Bambino di poco meno di 2 anni al Regina Margherita di Torino.

Una sorta di autotrapianto di nervi per consentire il recupero del movimento della gamba. Lo straordinario intervento ha riguardato un paziente di poco meno di 2 anni all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino. Una procedura chirurgica mai realizzata prima in Europa, tantomeno su un bambino così piccoli.

LA DIAGNOSI

Il bimbo aveva ricevuto una diagnosi di una malattia che colpisce il midollo spinale, andando a danneggiare le cellule che consentono agli impulsi nervosi di far muovere i muscoli. Una malattia molto rara, che nel piccolo si era palesata dopo una banale influenza. Di qui la decisione dei medici del Regina Margherita di tentare un intervento pionieristico di riposizionamento di nervi sani in modo che possano trasmettere impulsi alle parti lesionate.

MALATTIA MISTERIOSA 

Basta consultare l’Osservatorio delle malattie rare per capire quanto sia misteriosa e ancora poco conosciuta la mielite flaccida acuta (Afm). Quello che è noto è che questa condizione colpisce in modo prevalente i bambini, che è generalmente preceduta da febbre e difficoltà respiratorie e che, all’improvviso, si manifesta con una debolezza muscolare che evolve rapidamente in gravi forme di paralisi. Ciò che non si conosce della patologia è innanzitutto l’esatta causa scatenante, così come non è stata ancora individuata una valida opzione terapeutica. 

L’INTERVENTO

«La procedura – informa la Città della Salute – è durata circa sette ore, durante le quali sono stati reinnervati, ossia collegati come fili elettrici, alcuni rami nervosi funzionanti a quelli non funzionanti della coscia e del gluteo. In questo modo i nervi sani giungeranno a dare un impulso elettrico alla parte lesionata, permettendole di tornare alla vita». Il percorso verso la riabilitazione e il recupero completo, che sta coinvolgendo diverse divisioni ospedaliere e universitarie, richiederà dei mesi, ma alla Città della Salute sottolineano che la chirurgia apre la strada a nuove opportunità di trattamento per pazienti con questa malattia, offrendo «una speranza tangibile a tanti altri bambini».

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