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Ictus, smog aumenta rischio dopo soli cinque giorni

Rischio ictus: paesaggio con smog
Concentrazioni più alte di biossido di azoto sono collegate a un aumento del 28% del rischio di ictus.

L’aria inquinata ha effetti sulla salute anche a breve termine. In particolare il rischio di ictus aumenta dopo soli cinque giorni di esposizione. Lo rivela uno studio dell’American Academy of Neurology, pubblicato su Neurology. In passato altri studi avevano dimostrato una connessione tra l’esposizione a lungo termine e l’aumento del rischio di ictus. Tuttavia il rischio a breve termine era meno chiaro.

“Nel nostro studio, invece di considerare settimane o mesi di esposizione, abbiamo preso in considerazione solo cinque giorni e abbiamo trovato un legame tra l’esposizione a breve termine all’inquinamento atmosferico e un aumento del rischio di ictus”, ha spiegato Ahmad Toubasi, dell’Università di Giordania ad Amman e autore dello studio.

Il legame tra smog e ictus, lo studio 

Lo studio dimostra che respirare aria inquinata dopo soli cinque giorni aumenta le probabilità di essere colpiti da un ictus. La metanalisi dei ricercatori si basa sulla revisione di 110 studi che includevano più di 18 milioni di casi di ictus. Gli scienziati hanno poi esaminato inquinanti come il biossido di azoto, l’ozono, il monossido di carbonio e il biossido di zolfo.

Inoltre sono state analizzate le diverse dimensioni del particolato, tra cui il PM1, cioè l’inquinamento atmosferico con diametro inferiore a 1 micron, il PM2,5 e il PM10. Il PM2,5 o più piccolo comprende le particelle inalabili dei gas di scarico delle auto, dei combustibili delle industrie e degli incendi boschivi. Il PM10, invece, riguarda le polveri di strade e cantieri.

L’impatto degli inquinanti

Secondo i risultati, le persone esposte a una maggiore concentrazione di inquinanti vari hanno un rischio maggiore di ictus. In particolare concentrazioni più alte di biossido di azoto sono collegati a un aumento del 28% del rischio. Livelli più elevati di ozono sono correlati a un incremento del pericolo del 5%. Mentre il monossido di carbonio ha registrato un rischio aumentato del 26% e il biossido di zolfo del 15%. A una maggiore concentrazione di PM1 nell’aria è legato un aumento del rischio di ictus del 9%, con il PM2,5 al 15% e con il PM10 al 14%.

Infine livelli più alti di inquinamento atmosferico sono correlati anche a un rischio maggiore di morte per ictus. Una maggiore concentrazione di biossido di azoto nell’atmosfera è associata un aumento del 33% del rischio di morte per ictus. Con alti livelli di biossido di zolfo aumenta del 60%, con il PM2,5 del 9% e con il PM10 del 2%.

Esiste una stretta e significativa relazione tra l’inquinamento atmosferico e l’insorgenza di ictus e la morte per ictus, entro cinque giorni dall’esposizione”, ha dichiarato Toubasi. In generale gli scienziati ribadiscono l’importanza di mettere in atto sforzi globali per attuare politiche che riducano l’inquinamento atmosferico. In questo modo è possibile ridurre il numero di ictus e le loro conseguenze, ha spiegato Toubasi. Un limite dell’analisi è la mancanza di dati relativi a paesi a basso e medio reddito, poiché la maggior parte degli studi analizzati sono stati condotti in paesi ad alto reddito.

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