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Meridiano Sanità, stili di vita scorretti causano spesa sanitaria di 93 mld l’anno

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Gemmato: il nostro SSN uno dei migliori al mondo ma servono nuovi modelli organizzativi per superare criticità.

Il nostro Paese vive una trasformazione demografica accelerata, con quasi un quarto della popolazione anziana e l’aumento delle cronicità. Sono quasi nove over75 su dieci, gli italiani che hanno una patologia cronica e disabilità che impatta fortemente sulla spesa sanitaria. A mettere sotto la lente d’ingrandimento il presente e il futuro del nostro sistema sanitario è il XVIII Rapporto Meridiano Sanità di The European House – Ambrosetti presentato nella seconda giornata del Forum annuale, appena concluso.

Nel suo intervento in chiusura, il Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato ha ribadito che la prevenzione è un tema importante, ricordando l’aumento della dotazione del Fondo Sanitario Nazionale (da 115 miliardi nel 2019 a 136 miliardi di euro oggi). “Abbiamo bisogno di nuovi modelli organizzativi che vedano al centro il ruolo dei professionisti della sanità”, ha sottolineato. “Intendiamo affrontare in maniera puntuale problemi annosi quali la carenza di personale sanitario e le liste di attesa”. 

“Siamo consapevoli – ha aggiunto Gemmato – che il miglioramento delle performance non è legato direttamente ai fondi stanziati ma anche ad una riforma dei processi. Dobbiamo aumentare gli investimenti a tutta la filiera della salute, compresa la farmaceutica che è un asset strategico della nostra economia e che vale circa 50 miliardi l’anno e compete in Europa solo con la Germania. In questa legge di bilancio abbiamo assegnato alla farmaceutica il 15,30% della dotazione del fondo sanitario nazionale ed un altro segnale importante è il tavolo tra MIMIT e Ministero della Salute sulla filiera farmaceutica”.

Poi ha ricordato la riorganizzazione dell’AIFA. “Avrà finalmente una governance lineare e snella e un sistema regolatorio più veloce per rispondere meglio alle esigenze dei cittadini che hanno bisogno di accedere ai farmaci. Tra le grandi sfide che abbiamo di fronte c’è l’antibiotico-resistenza che sarà uno dei temi del G7. Nonostante le criticità, il nostro SSN è uno dei migliori al mondo, basti pensare alla ricerca e al trattamento delle malattie rare dove siamo secondi solo agli USA”.

Fumo fattore di rischio modificabile con più impatto economico

La perdita di produttività legata agli stili di vita scorretti degli italiani costa ogni anno circa 93 miliardi di euro. Il fumo si conferma il fattore di rischio modificabile con il maggiore impatto economico in termini di perdita di produttività (oltre 60 miliardi di euro). Interventi trasversali sui comportamenti e stili di vita, riducendo i fattori di rischio, possono avere benefici sia sull’aspettativa di vita dei cittadini sia sui costi sanitari legati poi allo sviluppo di alcune malattie, osserva il report Meridiano Sanità. Inoltre permetterebbero di liberare risorse fino a 25 miliardi di euro in termini di recupero di produttività, che potrebbero essere dedicati al miglioramento della qualità dei servizi offerti.

Parallelamente all’aumento dell’età media, negli anni è aumentato l’impatto dei fattori di rischio modificabili, cioè legati a comportamenti e stili di vita, in primis fumo, alcol, cattiva alimentazione e sedentarietà. Dagli ultimi dati disponibili sono 1,1 milioni gli anni vissuti in disabilità (Years Lived with Disability, YLD) dai cittadini italiani dovuti a comportamenti e stili di vita scorretti, che, aggiunti agli anni vissuti con disabilità per cause metaboliche, come ipertensione e ipercolesterolemia, raggiungono i 2,2 milioni. A questi fattori sono collegati inoltre 200mila delle morti per malattie non trasmissibili, a cui si aggiungono quelle correlate ai fattori di rischio ambientali, come l’inquinamento e i cambiamenti climatici.

In questo quadro destinato a peggiorare nel prossimo futuro – dichiara Daniela Bianco, Partner e Responsabile dell’Area Healthcare di The European House – Ambrosetti, “si deve cambiare il paradigma della sanità, da un modello reattivo a un modello proattivo, che parte dalla prevenzione. Si deve agire sui comportamenti dei cittadini, sin dai primi anni di vita, intervenendo su abitudini e stili di vita e promuovendo tutti gli strumenti di immunizzazione e diagnosi precoce. La prevenzione deve essere riconosciuta come un investimento e non come una spesa, intervenendo anche sulle modalità della contabilizzazione internazionali”.  

Vaccini e crescita culturale per risparmiare costi 

La pandemia da COVID-19, anche per la crescita dell’esitazione vaccinale, ha reso ancor più complesso il raggiungimento dei target di copertura vaccinali soprattutto per alcune vaccinazioni quali l’HPV e le vaccinazioni negli adulti. Herpes Zoster, malattia pneumococcica e Influenza, malattie prevenibili con la vaccinazione, costano complessivamente 664,5 milioni di euro soltanto negli over-65 (61,8% costi diretti e 38,2% costi indiretti, in termini di perdita di produttività).

In base al modello sviluppato da Meridiano Sanità, il costo evitato all’anno zero grazie alla vaccinazione per queste tre patologie degli adulti e dei pazienti oncologici potrebbe variare tra 0,7 e 1,5 miliardi di euro complessivi tra costi diretti e indiretti a seconda della copertura vaccinale raggiunta. La piena attuazione del nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, l’aggiornamento continuo del Calendario vaccinale, la realizzazione dell’Anagrafe Vaccinale e la promozione della vaccinazione in tutti i setting assistenziali sono strumenti essenziali per aumentare la protezione dell’individuo e della collettività. Tuttavia, secondo il report di Meridiano Sanità, devono essere affiancate da una azione congiunta di comunicazione, crescita culturale dei cittadini e formazione degli operatori sanitari sul valore della prevenzione vaccinale.

Meridiano sanità: AMR potrebbe raggiungere resistenza fino al 90% per alcune infezioni

L’antimicrobico resistenza è una pandemia silente. L’AMR causa 1,7 milioni di infezioni e circa 22.000 morti nei Paesi europei, di cui il 12% in Italia. Le tradizionali misure di prevenzione e controllo delle infezioni sono, insieme alla ricerca e sviluppo e all’utilizzo appropriato di nuovi antibiotici, vaccini e della diagnostica molecolare innovativa, gli strumenti più efficaci per il contrasto, sottolinea il report.

Senza adeguati provvedimenti, nei Paesi in cui si registrano le più alte percentuali di AMR, come l’Italia, si potrebbe raggiungere un livello di resistenza fino al 90% per alcune specifiche infezioni entro il 2035. Inoltre, soltanto in Europa, le Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), spesso causate dai patogeni multiresistenti. Sono responsabili ogni anno di 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza, 37 mila decessi direttamente attribuibili e 110 mila decessi in cui l’infezione è una concausa. Le ICA costano al sistema sanitario italiano 783 milioni di euro l’anno di soli costi diretti, di cui 259 milioni di euro sono imputabili alle ICA da batteri resistenti.

Meridiano Sanità: pesano malattie infettive per aumento delle temperature

In generale, preoccupa anche in Italia la diffusione delle malattie infettive. Dopo 2 anni di pandemia il COVID continua a circolare. Dal 9 al 15 novembre si sono registrati 192 decessi con un aumento del 17,8% rispetto alla settimana precedente e la copertura vaccinale per gli per over-60 e i fragili è ferma al 3,12% (meno di 700.000 dosi somministrate). Non si tratta solo delle infezioni respiratorie ma aumentano le patologie legate all’aumento delle temperature, come quelle trasmesse dalle zanzare; nel 2023 sono stati 332 i casi di febbre del Nilo occidentale, 317 quelli di Dengue di cui 76 autoctoni.

Se il mutato contesto socio-economico e demografico, il cambiamento climatico e dell’ambiente e la globalizzazione hanno contribuito ad aumentare la diffusione delle malattie infettive, le malattie non trasmissibili continuano ad avere il maggior impatto a livello di sistema in termini sanitari ed economici, assorbendo circa l’80% della spesa sanitaria. Nonostante una riduzione della mortalità del 40% negli ultimi 20 anni, le malattie non trasmissibili impattano in maniera sempre più significativa sulla salute degli italiani, causando oggi il 93,3% dei decessi e l’89,5% degli anni vissuti con disabilità.

Malattie del cuore prima causa di mortalità

Le malattie cardio, cerebro e vascolari sono la prima causa di mortalità, seguite dai tumori e dai disturbi neurologici, mentre le malattie muscoloscheletriche e i disordini mentali sono i primi due gruppi di patologie per anni vissuti in disabilità.

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