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DCA in crescita, esordio già da bambini. I percorsi

DCA, donna con capelli rasati e una canotta bianca, appoggiata su un tavolo guarda attraverso un bicchiere d'acqua
Associazioni preoccupate per il mancato rinnovo del Fondo, auspicano legge ad hoc.

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono la prima causa di morte tra gli adolescenti, dopo gli incidenti stradali. Secondo le stime i decessi sono destinati ad aumentare, l’ultimo bilancio è di 3780 morti nel 2023. Anoressia, Bulimia e Binge Eating Desorder sono in crescita, complice la pandemia. Il fenomeno non coinvolge più solo le ragazze, ma cresce anche tra i ragazzi. L’età di esordio continua ad abbassarsi (con casi tra 8-11 anni), ma dall’altra parte coinvolge in maniera crescente anche donne all’età della menopausa.

Nel nostro Paese ci sono almeno 22mila pazienti in cura presso i servizi ambulatoriali e day hospital, soprattutto in età evolutiva. Il 60% si trova nel Sud e nelle isole. Su di loro potrebbe ricadere il mancato rinnovo in legge di bilancio del Fondo per il contrasto dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione. L’allarme è stato lanciato dalle associazioni diffuse in tutto il Paese.

Il Fondo contro i DCA

Il Governo Draghi con la legge di Bilancio per il 2022 aveva istituito il Fondo di 25 milioni, ripartiti tra le Regioni. La rete degli ambulatori multidisciplinari è stata un importante passo in avanti nella cura dei DCA. Tuttavia, l’Italia anche in quest’ambito viaggia a due velocità. Delle 126 strutture censite nel 2023 dall’Istituto superiore di sanità, 63 centri si trovano al Nord, 23 al Centro e 40 sono distribuiti tra il Sud e le Isole. Negli ambulatori lavorano 1.491 professionisti, 780 dei quali impiegati dal Fondo. Si tratta di team multidisciplinari: psicologi, psichiatri, neuropsichiatri infantili, infermieri, dietisti, medici specialisti in nutrizione clinica e altri specialisti. La manovra 2024 varata a fine dicembre non ha rifinanziato il Fondo. Di conseguenza, ad oggi sono a rischio molti percorsi di cura e operatori assunti a tempo determinato.

Pandemia e aumento dei casi

I disturbi alimentari dal 2017 sono inseriti nei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Con la pandemia si è registrata un’impennata dei casi. Il Fondo aveva ampliato una rete di servizi per rispondere al crescente fabbisogno di cura e colmare le disparità regionali nell’offerta di assistenza, che costringono a lunghi viaggi e trasferimenti. Oggi l’età di esordio dei DCA continua ad abbassarsi, con casi prima dello sviluppo puberale. Un fattore che rende ancora più gravi i rischi e le conseguenze in termini di salute fisica e mentale.

Associazioni preoccupate

Le Associazioni Consult@noi e Coordinamento Nazionale Disturbi Alimentari raggruppano 37 associazioni di quasi tutte le Regioni italiane. Da anni lavorano in sinergia con il Ministero della Salute e con l’Istituto Superiore di Sanità. “Questo lavoro ha permesso l’istituzione e l’utilizzo del Fondo in oggetto, che, pur essendo largamente insufficiente rispetto al reale fabbisogno, ha rappresentato in questi due anni una boccata di ossigeno per i servizi che si occupano di Disturbi Alimentari, per i pazienti che vi accedono e per tutte le loro famiglie”. Così hanno ribadito in una nota. “Confidiamo in un intervento integrativo e correttivo e soprattutto confidiamo in una legge ad hoc, che stabilisca definitivamente un intervento incisivo ed efficace dello Stato per la prevenzione e la cura di queste malattie”, hanno concluso.

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