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“Natalità, questione di coppia”, Farmindustria a sostegno della genitorialità

Natalità

I dati parlano chiaro: le aziende farmaceutiche sostengono la genitorialità dei dipendenti, i quali hanno un numero di figli del 45% superiore rispetto alla media nazionale. Le donne rivestono un ruolo fondamentale, rappresentando il 53% della forza lavoro e il 46% dei quadri e dirigenti. Questo dato dimostra che la maternità è più diffusa dove l’occupazione femminile è più alta. Insomma, si tratta di un settore in controtendenza. Un esempio virtuoso, dove lavoro, carriera e famiglia viaggiano serenamente insieme. I numeri sono stati presentati nel corso dell’evento a Roma ‘La Natalità: una questione di coppia’, giunto alla settima edizione, che quest’anno ha messo al centro la salute maschile.

Nel nostro Paese l’inverno demografico incombe. Sono stati 393mila i nati nel 2022 e nel 2023 la stima è di circa 380mila neonati. “Aiutare chi vuole diventare genitore è una delle mission delle imprese farmaceutiche per i propri dipendenti attraverso strumenti concreti di welfare, prevenzione e formazione” , ha detto Marcello Cattani, Presidente di Farmindustria.

Natalità, tra crisi, misure e desiderio 

La natalità è una sfida necessaria per il futuro del Paese. Per il tasso di sostituzione demografica occorrono due figli per donna, tuttavia l’Italia è a 1,24. Eppure, solo il 2% delle italiane dichiara di non avere i figli nel proprio progetto di vita. Pertanto, è necessario creare le condizioni favorevoli affinché questo desiderio si realizzi, considerando che la bassa natalità minaccia la tenuta del patto sociale e la sostenibilità economica della società.

Industria farmaceutica, esempio virtuoso

L’innovazione richiede un ricambio generazionale, ha sottolineato Cattani, evidenziando l’importanza della prevenzione per la salute riproduttiva. L’industria farmaceutica italiana conta circa 70mila addetti diretti, con una crescita del 9% negli ultimi 5 anni, di cui il 15% sono giovani e donne. In particolare offre un modello di welfare all’avanguardia, con iniziative come lo smart working, la flessibilità oraria e servizi di assistenza per dipendenti e familiari. Il 36% dei congedi retribuiti è superiore alla media dell’industria, contribuendo alla fidelizzazione delle risorse umane.

Natalità, gli strumenti nell’industria 

Il settore farmaceutico è leader nell’erogazione di formazione continua, dimostrando un impegno costante nel supportare i dipendenti e le loro famiglie in tutte le fasi della vita. Oltre il 90% delle imprese farmaceutiche applica da anni smart working, flessibilità oraria in ingresso/uscita, permessi retribuiti per visite mediche aggiuntivi al contratto nazionale. Inoltre il 100% degli addetti è coperto da previdenza e assistenza sanitaria integrativa. Il 43% può beneficiare di forme di assistenza per familiari anziani o non autosufficienti. Il 47% delle imprese offre congedi e aspettative di maternità più lunghi rispetto alla legge (e al contratto nazionale). E ancora, il 58% delle imprese offre asili nido/rimborsi spese per istruzione e assistenza domestica. Il 55% campagne di screening, prevenzione, vaccinazione e check-up, e il 59% servizi di counseling psicologico post-gravidanza.

Natalità questione di coppia

Con l’evento di oggi, che ha il patrocinio della Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Farmindustria ha affrontato il tema con un focus particolare sui maschi, sempre in una logica di coppia. Il primo figlio in Italia arriva circa due anni dopo la media europea (a 31,6 anni). Gli uomini tendono a finire dopo gli studi e ad uscire più tardi dal nucleo familiare, anche quando diventano economicamente autonomi. “Inoltre i problemi di fertilità dipendono per il 50% dagli uomini – ha sottolineato il direttore generale di Farmindustria, Enrica Giorgetti – Che sono meno attenti alla prevenzione rispetto alle compagne e ‘incrociano’ gli specialisti solo quando si manifestano sintomatologie evidenti. I dati sulla natalità ci riguardano da vicino, in quanto imprese al crocevia di fattori come cure e prevenzione. Ma bisogna anche dire con chiarezza che oggi la maternità è più diffusa dove le donne lavorano”. Un punto che è stato ribadito anche dallo psichiatra Paolo Crepet: “I figli li fanno quelli che hanno un futuro”. In particolare ha sottolineato che è necessario investire in scuole, asili nido, tempo pieno per tutti, così come è stato fatto in Danimarca e in Olanda.

Schillaci: denatalità un’emergenza

“La denatalità e l’invecchiamento demografico sono ormai un’emergenza che richiede interventi concreti, e questo Governo si sta finalmente sta lavorando. Il sostegno alle famiglie e alle nascite non è uno slogan, siamo passati ai fatti”, ha detto nel suo intervento il ministro della Salute Orazio Schillaci. “Siamo di fronte a un fenomeno estremamente complesso. Le coppie rinunciano ad avere bambini e sempre più spesso le donne abbandonano il sogno di diventare mamme già da giovanissime. Le cause possono essere molteplici: una condizione economica sfavorevole, la paura di perdere il posto di lavoro, l’assenza di una reale consapevolezza della propria fertilità”. “Le ragioni – ha continuato – sono economiche, sociali, culturali, ma affondano le loro radici nell’assenza di investimento su un welfare a sostegno della genitorialità e che oggi si ritrova con un tasso di fertilità tra i più bassi d’Europa, seguito solo da quelli di Spagna e Malta. Sappiamo che per invertire la rotta ci vorrà del tempo, ma il Tavolo Tecnico sugli stili di vita per favorire la fertilità, che abbiamo voluto istituire e che si è insediato lo scorso luglio, sta già lavorando a numerose iniziative”.
“Per anni sono rimasti inascoltati i segnali che arrivavano da Istat ed Eurostat sul tasso di denatalità in Italia e in Europa”, ha detto il Schillaci. Ora dobbiamo agire rapidamente, con soluzioni realistiche e concrete. Siamo concentrati sugli stili di vita delle nuove generazioni che devono essere informate sulla base di dati scientifici. C’è poi naturalmente l’impegno attivo nella prevenzione, che va a tutela anche della fertilità e che passa per le campagne vaccinali gratuite, come il papilloma virus, per gli screening oncologici, per l’inserimento nei nuovi Livelli essenziali d’assistenza delle prestazioni di Procreazione Medicalmente Assistita, che dovranno essere fornite su tutto il territorio nazionale. Uscire dall’inverno demografico è veramente una grande sfida, nella quale c’è bisogno del contributo di tutti”. 

“La ‘transizione demografica’ – riprende Cattani – sta portando a una società con nuovi connotati. Un tema che riguarda da vicino l’industria: come forza produttiva siamo preoccupati per uno squilibrio demografico che mette a rischio la sostenibilità di lungo periodo del sistema sanitario, nostro principale interlocutore. Come corpo intermedio attore delle relazioni industriali il timore riguarda il mondo del lavoro, perché sappiamo che l’innovazione richiede vitalità ed il ricambio generazionale è indispensabile. E come professionisti del sistema salute sappiamo che la prevenzione ha un forte rilievo anche sul piano della fertilità maschile e femminile. E vogliamo mettere le nostre forze fatte di competenze, ricerca e produzione al servizio di questo compito”, ha continuato il Presidente di Farmindustria.
 

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