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Disturbi alimentari: +20% annuo tra i ragazzini 10-13 anni. Segnali da riconoscere

Disturbi alimentari, una ragazza sola in cucina si strofina gli occhi
Possono manifestarsi in modo diverso ma hanno un’espressione comune: la non accettazione del corpo.

I disturbi del comportamento alimentare rientrano nelle patologie mentali, non sono semplici capricci. La sofferenza dei pazienti racconta sempre il tentativo di dare senso e significato al dolore, così profondo da invadere il corpo e le relazioni. Oltre al disagio interiore, i disturbi alimentari, se trascurati, possono avere gravi conseguenze fisiche e portare alla morte. La cura richiede un approccio multidisciplinare con psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, nutrizionisti e altre figure in base allo stato del paziente. Nel nostro Paese ne soffrono 3 milioni di persone e l’età di esordio continua ad abbassarsi. La pandemia ha peggiorato la situazione e i casi sono in costante aumento, con una crescita del 20% annuo tra i ragazzini di 10-13 anni. Inoltre ci sono molte Regioni che non hanno posti letto per la presa in carico dei casi più gravi.

Giornata Nazionale dei disturbi alimentari, spesso invisibili 

I disturbi alimentari possono manifestarsi in modo diverso, ma hanno tutti una matrice comune: la non accettazione del corpo. Il disagio ha radici profonde legate a fattori biologici, culturali, sociali e soprattutto familiari. I disturbi più conosciuti sono l’anoressia e la bulimia. Spesso possono alternarsi. Inoltre esistono altre forme disfunzionali della sfera alimentare, come per esempio il binge eating. In molti casi questi disturbi possono andare avanti per anni senza essere visti, come nel caso della bulimia nervosa. Molti pazienti, infatti, sono persone normo-peso che sopportano un’enorme sofferenza di nascosto, mentre si fanno strada i danni al corpo e cresce il disagio mentale. Oggi, 15 marzo, è la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sui disturbi del comportamento alimentare (DCA). Un impegno che non dovrebbe limitarsi a una sola giornata di riflessione, ma piuttosto essere costante. Le richieste di aiuto tra i giovani, dopo l’avvento della pandemia di Covid-19, continuano a crescere, ma la rete di assistenza è difforme tra le regioni.

Numeri preoccupanti

I numeri parlano chiaro: si registra un costante aumento del 20% annuo tra i 10 e i 13 anni. Nel 2023, i nuovi casi diagnosticati hanno raggiunto quota 1,6 milioni, rispetto ai 680mila del 2019, con un totale di oltre tre milioni di persone colpite, in netto aumento rispetto ai 300mila dei primi anni 2000.

Servizi assistenziali in difficoltà

Ma non è solo il numero dei casi a preoccupare: i servizi assistenziali per riabilitare i pazienti con DCA sono sottoposti a una pressione sempre maggiore. Inoltre la loro distribuzione sul territorio nazionale è disomogenea. Dei 135 centri censiti dall’Istituto Superiore di Sanità a gennaio, la maggioranza (68) si trova al Nord, mentre solo 26 sono nel Centro e 41 nel Sud e nelle Isole. Tuttavia, il numero complessivo di centri rimane insufficiente, con meno di tre su dieci che dispongono di strutture residenziali per la riabilitazione intensiva, e il 40% di queste residenze non accoglie minori sotto i 14 anni.

Fondo disturbi alimentari insufficiente

Il rifinanziamento del fondo per i disturbi alimentari nel 2024 rimane una misura tampone. Non ha dubbi Laura Dalla Ragione, direttrice della rete dei servizi per i disturbi alimentari dell’Usl Umbria 1 e coordinatrice del tavolo tecnico sui disturbi della nutrizione e dell’alimentazione del ministero della Salute. In un’intervista rilasciata al Corriere.it, la specialista sottolinea l’urgente necessità di rendere i disturbi alimentari un Livello Essenziale di Assistenza (LEA) autonomo, con finanziamenti stabili e vincolati, per garantire un adeguato funzionamento della rete dei centri su tutto il territorio nazionale.

Livelli di cura adeguati

I centri per i disturbi alimentari dovrebbero garantire diversi livelli di cura, tra cui l’ambulatorio specialistico, il day hospital o centro diurno, la riabilitazione intensiva residenziale e il ricovero ospedaliero. Tuttavia, i reparti di neuropsichiatria infantile soffrono di una carenza cronica di posti letto, con solo 403 disponibili in tutto il Paese, ben al di sotto delle necessità.

Educatori a domicilio

Regioni come l’Emilia Romagna hanno sperimentato con successo l’impiego di educatori a domicilio per ridurre i ricoveri ospedalieri e favorire il recupero dei pazienti con DCA. Questo approccio mira a facilitare il rapporto del paziente con la famiglia, i pari e l’ambiente scolastico, riducendo l’isolamento e migliorando il processo di riabilitazione.

Riconoscere i campanelli d’allarme

Essere consapevoli dei segnali che possono indicare la presenza di un disturbo alimentare consente di chiedere aiuto tempestivamente. Comportamenti alimentari anomali associati a cambiamenti di carattere devono mettere in guardia i genitori.
Per esempio, si tratta di condotte finalizzate alla perdita di peso, che perdurano nel tempo, almeno da tre mesi. Includono: l’eliminazione di molte categorie di cibi, chiudersi spesso in bagno dopo i pasti, assumere il cibo molto lentamente sminuzzandolo in pezzettini, alternare abbuffate a digiuni, fare attività fisica estenuante, utilizzare lassativi e diuretici in modo continuativo.

Oltre ai segnali legati al corpo, si associano spesso cambiamenti di carattere. Adolescenti che erano allegri, solari e brillanti possono diventare tristi, asociali e insofferenti. In questi casi i genitori possono rivolgersi al medico di base o pediatra per essere indirizzati verso i centri specializzati.

Disturbi alimentari, conseguenze gravi

I disturbi alimentari sono una patologia complessa che può avere gravi conseguenze fisiche e psicologiche, tra cui depressione, limitazione della vita sociale e lavorativa, e complicazioni mediche che possono portare alla morte. Nel 2023, i decessi per malattie legate ai disturbi alimentari sono stati 3.780, diventando la seconda causa di morte tra gli adolescenti dopo gli incidenti stradali.

La Giornata di oggi è un’occasione per sensibilizzare l’opinione pubblica, migliorare l’accesso ai servizi assistenziali e promuovere un approccio multidisciplinare per la diagnosi e la cura dei disturbi alimentari. Una strada necessaria per salvare le vite e attutire la sofferenza di migliaia di persone.

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