Prevenzione

Apnee notturne, l’80% di chi ne soffre non lo sa

sonno e cervello, donna dorme

Russamento, bruschi risvegli con il batticuore, cattivo riposo e spesso problemi respiratori. Sono le apnee notturne, che interessano la morfologia facciale e del cavo orale e dunque non solo il medico, ma anche l’odontoiatra.

Apnee notturne, i numeri

Si tratta di una patologia cronica, ma solo a un paziente su cinque è stata fatta la diagnosi e uno su venticinque (3-4% del totale) accede alle terapie. L’80% di chi soffre di Obstructive Sleep Apnea Syndrome non sa di averla. Chi non si cura, però, non riposa bene e rischia di addormentarsi di giorno o alla guida e di essere un pericolo per sé e per gli altri. Di recente a Montecitorio l’Onorevole Rossana Boldi, odontoiatra, ha presentato una risoluzione che inserisce le apnee notturne nell’elenco delle patologie croniche e nei Livelli essenziali di assistenza, facilitando l’accesso a diagnosi e terapia e ponendo le basi per un approccio clinico uniforme a livello nazionale. Alla conferenza hanno preso parte Beniamino D’Errico, co-artefice dell’incontro e Presidente AIO Valle d’ Aosta, e Luca Levrini, professore associato dell’Università dell’Insubria. Per i medici erano relatori Michele De Benedetto, Società italiana di ORL, nonché Antonio Sanna Dirigente Medico di pneumologia Ospedale San Iacopo di Pistoia.

Osas, una diagnosi difficile

Diagnosticare le Osas è difficile. Si attendono fino a 24 mesi, tempi del tutto inadeguati, per ottenere il monitoraggio cardiaco e respiratorio ridotto o completo e la polisonnografia, esame eseguibile con apparecchio portatile o in laboratori attrezzati: solo una regione, la Puglia, ha recepito l’intesa stato regioni di 3 anni fa sulle apnee notturne. Ottenere la terapia è ancor più difficile: per avere in comodato d’uso gratuito l’apparecchietto Continuous Positive Airway Pressure (CPAP), il paziente deve passare in commissione medico legale Asl e farsi riconoscere l’invalidità civile. Il nostro Paese è l’unico in Europa nel quale vige tale modalità di erogazione. Il fatto di essere nell’elenco delle protesi può inoltre ritardare l’erogazione del CPAP da parte del Servizio sanitario e l’inizio della cura. I pazienti riuniti nell’associazione Aipas hanno chiesto di ridurre l’aliquota IVA dal 22 al 4% sopportata dal Ssn per l’acquisto di questi device e di far inserire nel nomenclatore gli apparecchi odontoiatrici di avanzamento mandibolare previsti nelle linee guida del Ministero della Salute per i dentisti. «L’obiettivo ora si avvicina grazie al fatto che l’odontoiatria italiana, non a caso presente con tre esponenti al tavolo dove è stata presentata la risoluzione, ha maturato una sensibilità con pochi raffronti nel resto d’Europa», commenta Marzia Segù, che ha contribuito a suo tempo alla stesura delle linee guida ministeriali Osas del 2016 sul ruolo dell’Odontoiatra da presidente della Società Italiana di medicina del Sonno in odontoiatria-SIMSO e da segretario culturale AIO. «All’Odontoiatra è affidato il ruolo di intercettare precocemente segni e sintomi e valutare se il paziente può essere trattato con specifici Oral Appliance. Completato l’iter diagnostico di competenza l’odontoiatra può prescrivere un dispositivo da indossare di notte. Deve inoltre saper gestire eventuali esiti di chirurgia maxillo-facciale. E alle spalle deve avere una formazione che gli consenta di riconoscere precocemente la patologia utilizzando questionari specifici (scala Epworth, questionario stop-bang). AIO ha puntato molto sulle linee guida, sulla formazione e sulla parte formativa-informativa», spiega Segù.

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