Ricerca innovazione

Aspettativa di vita: potremo davvero vivere fino a 150 anni?

Secondo alcuni recenti studi, sì, per l’essere umano potrebbe essere possibile vivere fino ai 150 anni d’età. La maggior parte della popolazione ha un’aspettativa di vita che si aggira intorno agli 80 anni.

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Naturalmente, non è sempre stato così: l’aspettativa di vita, negli ultimi decenni, è aumentata grazie al velocissimo avanzamento della ricerca e delle scoperte scientifiche e tecnologiche applicate alla medicina.

Esistono luoghi, nel mondo, nei quali l’aspettativa di vita è molto più alta, come Okinawa in Giappone e Perdasdefogu in Sardegna, dove ci sono casi familiari di persone ultracentenarie. Si tratta di casi isolati, che sono sotto la lente di ingrandimento degli studiosi.

Cosa accadrebbe se la tecnologia avanzata delle intelligenze artificiali venisse applicata in modo da farci vivere fino a 150 anni? E, soprattutto, sarebbe una cosa possibile?

Sulla famosa rivista scientifica Nature Communication è stato pubblicato uno studio scritto dai ricercatori di un’azienda biotech di Singapore in collaborazione con i ricercatori del Roswell Park Comprehensive Cancer Center di Buffalo (Stati Uniti).

Dallo studio emerge la possibilità di poter aumentare la durata della vita fino a 150 anni grazie alla tecnologia applicata alla medicina: in particolare, si fa riferimento alla possibilità di contrastare le malattie e la vecchiaia grazie all’intelligenza artificiale.
L’AI potrebbe portare alla scoperta di nuovi farmaci e biomarcatori digitali, ovvero avanzatissimi indicatori che analizzano i dati con l’obiettivo di fornire diagnosi precisissime e definire cure molto più mirate.

Si tratta di uno studio innovativo, poiché i ricercatori sono riusciti a calcolare non soltanto l’aspettativa di vita media, ma il limite massimo dell’invecchiamento umano.

Sono stati analizzati campioni di sangue prelevati a 70mila partecipanti con età superiore agli 85 anni e si sono osservati i cambiamenti delle cellule del sangue, in modo da poter capire chi avrebbe sviluppato più facilmente malattie attraverso un parametro chiamato “indicatore dello stato dinamico degli organismi”, il DOSI, che unisce il numero dei globuli bianchi (che può indicare infiammazioni in atto) e quello dei globuli rossi (che indica se c’è rischio ad esempio di malattie cardiache).

Il DOSI ha mostrato che, al di là della genetica e dello stato di salute, l’organismo avrebbe perso resilienza, ossia avrebbe smesso di “resistere” a 150 anni, limite teorico della durata della vita umana.
Ma come sarebbe vivere fino a un’età così avanzata? Sulla questione è intervenuto anche Marco Trabucchi, presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, che fa presente come una vita tanto longeva sarebbe disastrosa, piena di fatica, malattie e dolore anche psicologico.

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