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Più casi di zoonosi in UE, in Italia salmonellosi al primo posto

salmonellosi, virus in una forchetta

Nel 2021, nell’Unione Europea (UE) è aumentato il numero dei casi di zoonosi rispetto al 2020. La campilobatteriosi e la salmonellosi sono le più comuni. Al terzo posto c’è la yersiniosi, seguita dalle infezioni da Escherichia coli produttori di Shiga tossina (STEC)e da Listeria monocytogenes.

Salmonellosi in Italia al primo posto

In Italia la salmonellosi è la zoonosi con più casi notificati. Lo rivela il nuovo “European Union One-Health Zoonoses report 2021” pubblicato recentemente dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) e dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC), relativo ai dati raccolti nel 2021 dai 27 Stati membri UE, dall’Irlanda del Nord e da nove Paesi non-membri.

La Salmonella è un genere di batteri responsabile di una delle infezioni gastrointestinali più comuni nell’uomo: la salmonellosi. Il rischio di questa malattia è legato soprattutto al consumo di cibi contaminati durante la conservazione e la manipolazione. Gli alimenti come pollame, uova e derivati, la carne di maiale ed il pesce crudo, sono causa di salmonellosi. I sintomi delle infezioni variano, da semplici disturbi del tratto gastrointestinale (febbre, crampi addominali, vomito e diarrea) fino a forme più gravi, che riguardano spesso soggetti già debilitati.

Zoonosi in Ue, il report

La redazione del report è stata coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità che ha guidato un team di esperti del Consorzio ZOE (Zoonoses under a One health perspective in the EU) di cui fanno parte oltre all’ISS, l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie e l’Istituto Zooprofilattico dell’Abruzzo e Molise (capofila del Consorzio), l’Istituto Zooprofilattico della Lombardia ed Emila Romagna e l’Agence nationale de sécurité sanitaire de l’alimentation, de l’environnement et du travail (Anses).

Il quadro epidemiologico sulle zoonosi nei paesi della UE è stato tracciato attraverso un approccio One-Health basato sull’analisi e interpretazione integrata degli indicatori di sorveglianza dei casi di malattia nell’uomo e degli agenti zoonotici negli animali e negli alimenti per le zoonosi considerate prioritarie o di particolare rilevanza epidemiologica.

I casi di zoonosi sono aumentati rispetto al 2020 senza tornare tuttavia ai numeri del periodo pre-pandemico (2017-2019): questo perché la pandemia ha sicuramente influenzato la raccolta, l’analisi dei dati e dalle misure di controllo adottate negli Stati membri anche nel corso del 2021.

I dati UE in sintesi

  • Nel 2021, i casi di zoonosi maggiormente segnalati nell’uomo sono stati la campilobatteriosi e la salmonellosi.
  • La yersiniosi è stata la terza zoonosi più segnalata nell’uomo, seguita dalle infezioni da STEC e da Listeria monocytogenes.
  • Le infezioni da L. monocytogenes e da West Nile virus sono state le malattie zoonotiche più gravi, con il maggior numero di ricoveri e tassi di mortalità più elevati.
  • Nel complesso, gli Stati membri hanno segnalato più focolai e casi di origine alimentare nel 2021 rispetto al 2020.
  • S. Enteritidis è rimasto l’agente eziologico più frequentemente segnalato per le epidemie di origine alimentare.
  • Il rapporto EFSA/ECDC fornisce aggiornamenti anche su altre zoonosi prioritarie quali brucellosi tubercolosi da Mycobacterium bovis o M. caprae, trichinellosi ed echinococcosi, nonché su toxoplasmosi, rabbia, Coxiella burnetii (febbre Q) e tularemia.

Salmonellosi e altre zoonosi in Italia

  • Nel 2021 il numero dei casi confermati di malattia riportato in Italia è aumentato rispetto al 2020 per tutte le zoonosi sottoposte a sorveglianza. Fanno eccezione la trichinellosi (nessun caso riportato nel 2021) e le infezioni da virus West Nile (5,8% casi in meno rispetto al 2020), sebbene l’Italia sia stata nel 2020 il paese in Europa con il maggior numero di notifiche di casi di West Nile (43% del totale dei casi riportati in UE).
  • La salmonellosi si conferma la zoonosi con il maggior numero di casi notificati, seguita da campilobatteriosi, listeriosi, infezioni da STEC, yersiniosi e brucellosi. Rispetto al 2020 l’aumento è stato più marcato per salmonellosi (+38,9%), infezioni da STEC (+44.4%), listeriosi (+55.5%), yersiniosi (+66.7%) e brucellosi (+77.8%), e più moderato per campilobatteriosi (+8,7%). Il numero di casi di salmonellosi, listeriosi e yersiniosi riportati nel 2021 superava anche quello dei casi notificati in ciascuno degli ultimi tre anni pre-pandemici (2017, 2018 e 2019), a testimonianza dell’impatto ridotto delle misure di contenimento pandemico su queste malattie rispetto all’anno precedente.
  • Nessun caso di febbre Q è stato segnalato in Italia nel 2021.
  • I focolai epidemici di malattie a trasmissione alimentare (MTA), sono stati 94 per un totale di 1.142 casi con 115 ospedalizzazioni e nessun decesso tra i casi epidemici. Tra i focolai con agente causale conosciuto, Salmonella rappresentava il patogeno maggiormente riscontrato (23 casi), seguito da Campylobacter (10). Nella maggior parte dei focolai segnalati all’EFSA (35) non è stato possibile identificare l’agente causale. Norovirus e altri calicivirus sono i patogeni che hanno coinvolto il maggior numero di casi (409) sebbene siano stati riscontrati in solo cinque focolai epidemici di MTA nel 2021.
  • In totale, in 21 focolai epidemici di MTA (22,3% del totale) è stato possibile identificare l’alimento coinvolto. Nella maggior parte di questi si trattava di alimenti compositi, costituiti da più ingredienti.
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