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Cibi e bevande, allarme dell’autorità europea

Cibi e alimenti

Si chiama bisfenolo A e tutti noi, spesso inconsapevolmente, ci entriamo in contatto quando assumiamo cibi e bevande. Ora l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) lancia un vero e proprio allarme: l’esposizione al bisfenolo A attraverso gli alimenti può avere effetti nocivi sul sistema immunitario ed è un rischio per la salute dei consumatori europei di tutte le fasce d’età.

STORIA CONTROVERSA

In realtà non è da ieri che esistono sospetti sul bisfenolo A. Lo studio dell’Efsa conferma infatti dei dubbi già sorti più di 20 anni fa. È dalla fine degli anni ’90 che questa molecola è sospettata di avere effetti avversi sulla salute in seguito alla migrazione nei cibi. Già dal 2017 è stata classificata in Ue come candidata alla sostituzione e dal 2018 il suo uso è stato vietato nei biberon e in altri contenitori di alimenti per bambini di età inferiore ai tre anni. 

DOVE SI TROVA

Il bisfenolo A è prodotto sin dagli anni ’60 dello scorso secolo ed è purtroppo tra le sostanze chimiche più usate in tutti i paesi industrializzati. È impiegato nella produzione delle plastiche in policarbonato (molto diffuse per le proprietà di trasparenza, resistenza termica e meccanica), utilizzate nei recipienti per uso alimentare, e nelle resine epossidiche che compongono il rivestimento protettivo interno presente nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande.

RISCHI 

Tra i rischi legati a questa sostanza chimica ci sono quelli per il sistema endocrino. Il bisfenolo a è considerato un interferente endocrino, vale a dire una sostanza in grado di danneggiare la salute alterando l’equilibrio endocrino, soprattutto nella fase dello sviluppo all’interno dell’utero e nella prima infanzia. Gli studi sperimentali, ed anche un numero crescente di studi epidemiologici (vale a dire sull’incidenza di determinate malattie nella popolazione umana), indicano che il bisfenolo a ha effetti estrogenici, quindi in grado di “mimare” l’azione degli estrogeni (ormoni “femminili”) che hanno una vasta influenza sulla funzione riproduttiva, ma anche su altre funzioni dell’organismo. Quindi, questa sostanza può alterare lo sviluppo dei sistemi riproduttivo, nervoso ed immunitario. Particolarmente preoccupanti sono il ischio di obesità e di tumore mammario e della prostata.

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