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Con innovazione farmaceutica -40% di morti in Italia per malattie croniche in 20 anni

Biosimilari innovazione farmaceutica, una ricercatrice a lavoro

In Italia la mortalità per patologie croniche si è ridotta del 40% negli ultimi vent’anni grazie all’innovazione farmaceutica. Le persone vive dopo una diagnosi di tumore in 10 anni sono aumentate di un milione. Nel 2022, nel nostro Paese il settore farmaceutico si è confermato fra quelli a più alto tasso di innovazione, con investimenti pari a 3,3 miliardi di euro, di cui 1,4 destinati agli impianti di produzione e 1,9 alla ricerca e sviluppo. Il settore oggi rappresenta il 2% del PIL ma potrebbe generare ulteriore ricchezza e crescita economica con un contesto più favorevole ad aumentare gli investimenti dall’estero e a sostenere la ricerca e l’innovazione. Il punto è stato fatto di recente al Forum di Cernobbio 2023, a partire da una nuova governance, da un diverso modello di finanziamento della spesa farmaceutica pubblica e da un Piano Nazionale delle Life Sciences.

L’innovazione in Italia

Nel 2022 l’Italia ha raggiunto un valore di produzione farmaceutica di oltre 49 miliardi di euro. Le aziende a capitale estero costituiscono un motore trainante e un forte stimolo per l’innovazione, con un’incidenza in termini di valore della produzione maggiore del 60%. Per la prima volta sono resi disponibili i “numeri” generati dall’attività economica di queste imprese, pubblicati nel Libro bianco (“Aumentare l’attrazione degli investimenti esteri per la competitività del Sistema-Italia – Quale strategia per l’industria farmaceutica”), realizzato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Iapg (associazione delle aziende farmaceutiche italiane a capitale americano) e Eunipharma (gruppo delle aziende farmaceutiche italiane a capitale europeo e nipponico) e presentato recentemente alla 49° edizione del Forum Ambrosetti a Cernobbio. Un altro elemento che distingue il settore è la forza lavoro qualificata, con il 54% degli occupati laureati (rispetto al 21% rilevato nell’industria) e un’occupazione femminile superiore agli altri settori, attestandosi al 44% rispetto al 29% della media manifatturiera e raggiungendo il 53% nella R&S.

Il Libro bianco – si legge in una nota – evidenzia come 47 aziende associate a Iapg ed Eunipharma generino un valore della produzione pari a 29,3 miliardi di euro nel 2022 (60% dell’intero settore), in crescita a ritmi superiori rispetto ai parametri di riferimento. Nell’ultimo anno, il contributo complessivo (diretto, indiretto e indotto) di queste aziende al PIL è stato pari a 19,8 miliardi di euro, un valore superiore all’1% dell’intero PIL nazionale. Il contributo passa anche dagli investimenti: 2,1 miliardi nel 2022 in produzione e ricerca (il 61% degli investimenti del settore).

Investire in salute

“Per aumentare l’attrattività e la competitività dell’Italia a livello internazionale nel settore farmaceutico – ha affermato Nicoletta Luppi, presidente dello Iapg – è urgente definire una nuova governance della spesa farmaceutica. Il meccanismo del payback farmaceutico ha rappresentato di fatto negli anni un co-finanziamento della spesa sanitaria pubblica che trasferisce sulle imprese l’onere del surplus di spesa, fissando a priori un tetto che non tiene conto dell’evoluzione dei bisogni di salute e dei trend demografici e dell’innovazione generata dalle aziende”. “Investire in salute e attrarre risorse per l’innovazione farmaceutica – spiega Luppi – rappresenta oggi un’indifferibile priorità strategica in uno scenario demografico preoccupante in Italia, oltre a rappresentare una risorsa per la crescita economica”.

“All’interno di un contesto globale sempre più competitivo – ha sottolineato Lorenzo Wittum, chairman di Eunipharma – è fondamentale che il Paese garantisca condizioni politico-istituzionali, normative e industriali in grado di favorire ulteriori investimenti rispetto a quelli già pianificati per i prossimi anni. L’industria del farmaco e l’innovazione trasferita con le notevoli conoscenze che la R&S comporta non può non essere parte integrante di un processo di sviluppo del Paese. Il nostro settore è pronto ad agire per cogliere tutte le opportunità che supportino gli investimenti esteri in Italia, ma ha bisogno di un intervento chiaro per superare ciò che ha limitato l’attrattività in questi anni, come il livello di impatto che il payback ha già raggiunto e che in previsione andrà ad aumentare, la necessità di una riforma di Aifa in linea con gli standard europei, la semplificazione normativa e maggiori strumenti a supporto degli investimenti in R&S”.

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