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Resistenza agli antibiotici, 11 mila morti l’anno in Italia. Perché è una minaccia globale

L’antibiotici: un uomo con una pillola tra le dita della mano
Giornata europea per l'uso consapevole.

L’antibiotico-resistenza è una minaccia globale e silenziosa. Ogni anno causa 35mila decessi in Europa e un terzo in Italia. Il nostro Paese, infatti, è agli ultimi posti, superato solo dalla Grecia. L’allarme è stato lanciato dal commissario straordinario dell’Iss, Rocco Bellantone che ha ricordato i numeri in occasione della Giornata europea per l’uso prudente degli antibiotici.

Giornata per l’uso consapevole degli antibiotici

La Giornata europea, che quest’anno ricorre oggi, 18 novembre, è promossa dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (ECDC) e rilanciata dall’OMS, dal 18 al 24 novembre, come Settimana mondiale di sensibilizzazione sulla resistenza antimicrobica (World AMR Awareness Week). “L’uso eccessivo e improprio di antibiotici in ambito umano, veterinario e zootecnico, insieme alla diffusione purtroppo ancora elevata dalle infezioni correlate all’assistenza sanitaria, sono i principali fattori alla base dello sviluppo dell’antimicrobico-resistenza”. Lo ha ribadito il ministro della Salute Orazio Schillaci, nel suo intervento in vista della European Antibiotic Awareness Day.

“Dai dati della Tessera Sanitaria – ha continuato il Ministro – si stima che nel 2022, tre persone su dieci hanno ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici, con livelli d’uso più elevati nei bambini fino a 4 anni di età e nelle persone con più di 75 anni. Questo fa capire quanto sia urgente promuovere un uso appropriato degli antibiotici, facendo leva sulla corretta informazione, sulla responsabilità individuale e sul miglioramento dell’appropriatezza prescrittiva”.

Cos’è l’AMR, numeri globali e costi

La resistenza antimicrobica (AMR), e in particolare agli antibiotici (ABR), è la capacità di un microrganismo di sopravvivere anche in presenza di un agente antimicrobico che invece dovrebbe ucciderlo. Sebbene sia un fenomeno in parte naturale è aggravato dall’utilizzo sbagliato in vari ambiti. Il documento “Global burden of bacterial antimicrobial resistance in 2019: a systematic analysis”, pubblicato nel 2022 sulla rivista scientifica The Lancet, riporta una stima globale di 4,95 milioni di decessi associati solo a infezioni causate da batteri resistenti registrate nel 2019, inclusi 1,27 milioni di decessi attribuibili a batteri AMR solo nel 2019. Nelle stime non sono incluse le infezioni resistenti causate da altri tipi di microrganismi, come virus, funghi e parassiti. La pandemia COVID-19 ha aggravato la situazione, anche nei paesi occidentali.

Secondo una stima OCSE, fra il 2015 e il 2050, se le attuali tendenze non cambieranno, il trattamento delle infezioni resistenti, nei Paesi del G7, comporterà in media una spesa straordinaria, ogni anno, di circa 7 milioni di giorni di degenza ospedaliera in più. In Italia saranno circa 1,3 milioni di giorni di degenza ospedaliera in più ogni anno.

Nel luglio 2022 la Commissione europea, insieme agli Stati membri, ha definito la resistenza antimicrobica una delle tre principali minacce prioritarie per la salute nell’UE. Già nel 2019 l’OMS l’aveva dichiarata una delle 10 principali minacce per la salute pubblica a livello mondiale.

Il futuro e la ricerca

“Sono 300 i farmaci e 150 i vaccini in sviluppo nel mondo per combattere le infezioni batteriche resistenti (Amr). Risultati importanti della R&S ma rimane ancora molto da fare”, ha affermato Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, in occasione della World AMR Awareness Week.

“L’Amr è un fenomeno che ha effetti devastanti. Un impatto che si traduce anche in costi previsti per l’economia mondiale di 100 trilioni di dollari entro il 2050”, ha proseguito. “Per la nostra Nazione, l’impatto economico stimato per le infezioni resistenti ospedaliere è stato nel 2019 – secondo un recente studio del Ceis Tor Vergata – di 285 milioni di euro, su un totale di 858 milioni di euro dovuto alle infezioni correlate all’assistenza in generale”, ha ricordato Cattani.

“È necessaria una risposta globale e determinata per definire con la massima urgenza strumenti dedicati di incentivazione alla ricerca e di accesso prioritario ‘a tempo zero’. L’Europa e la Commissione UE non possono perdere questa sfida a causa di immobilismo, assenza di visione strategica o incapacità di connettere il valore della ricerca alla dimensione della competizione globale per gli investimenti e le competenze scientifiche e tecnologiche, attraverso policy moderne, flessibili ed efficaci. Tutto questo ancora non c’è”.

“Il nostro governo, in particolare su questo con i nostri ministri Orazio Schillaci, Raffaele Fitto e Antonio Tajani, sta facendo un ottimo lavoro di squadra, dando all’Italia un ruolo da protagonista in Europa e nel Mondo. Chiediamo loro di incalzare sistematicamente la Commissione Ue perché abbia un approccio pragmatico, al servizio delle imprese e dei cittadini europei, rispetto a quei sistemi, Stati Uniti e Cina in particolare, che stanno facendo dell’innovazione il primo fattore di trasformazione della salute e dell’economia. Anche perché, come sottolineato dal Ministro della Salute, l’Amr sarà tra i temi della salute prioritari del prossimo G7 che si terrà quest’anno in Italia. Farmindustria già da tempo è in prima linea su questo argomento, come dimostrano le 14 Raccomandazioni – frutto di un confronto di esperti – per una strategia efficace per contrastare la resistenza antimicrobica, partendo dalla prevenzione vaccinale fino all’accesso e all’uso appropriato degli antibiotici. E continuerà a offrire il proprio contribuito, a livello italiano ed europeo”, ha concluso Cattani.

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