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Asma grave, nuovi farmaci e stop alla corsa in ospedale

allergie respiratorie, medico visita paziente, poggiando dietro la schiena strumentazione medico

Esiste una connessione ancora tutta da indagare tra asma grave e poliposi nasale, due patologie legate alla «cascata infiammatoria» provocata da una risposta anomala del sistema immunitario. E se la poliposi nasale è spesso invalidante per chi ne soffre, l’asma grave può essere addirittura letale. Proprio per questo è importante comprendere quali sono i meccanismi alla base della malattia e, soprattutto, che l’asma grave non deve essere mai sottovalutata e oggi può essere tenuta sotto controllo grazie a farmaci biologici che sanno «riconoscere» le molecole specifiche responsabili dell’infiammazione, attaccandole in modo mirato. La professoressa Paola Rogliani, associato di Malattie dell’apparato respiratorio del dipartimento di Medicina Sperimentale all’Università Tor Vergata di Roma, spiega: «In forma grave, il trattamento convenzionale non è sufficiente a tenere sotto controllo la malattia». Per essere chiari, il «trattamento convenzionale» è quello che si effettua con la combinazione di cortisone inalatorio e broncodilatatori a lunga durata d’azione. Ma, per chi soffre di asma grave, questi farmaci non bastano, costringendo i pazienti a frequenti corse in pronto soccorso. Non a caso la professoressa Rogliani, che è anche direttore di Malattie dell’apparato respiratorio al Policlinico di Tor Vergata, parla di una malattia che, nel vero senso della parola, affligge chi ne soffre. Una condizione «che può mettere a rischio la vita stessa dei pazienti».

ANDARE A BERSAGLIO

Il lato positivo è che oggi, come detto, esistono diversi trattamenti che consentono di tenere a bada l’asma grave, proprio come si fa con le forme più lievi. Sono trattamenti che sino a 10 anni fa non esistevano, basati su farmaci biologici che colpiscono i «bersagli citochinici». Semplificando non poco, si può dire che «protagoniste dell’infiammazione che provoca l’asma, il più delle volte, sono delle proteine, chiamate “interleuchine” o “citochine”, che vengono prodotte durante la cascata infiammatoria e guidano tutti i meccanismi della malattia, determinando la condizione infiammatoria di questi pazienti. I farmaci biologici riescono a individuare questi bersagli in modo molto selettivo e, colpendoli, modulano significativamente l’infiammazione». Anche se c’è ancora molta strada da fare, il concetto è quello di una medicina che diventa sempre più personalizzata in base alle caratteristiche di ciascun paziente. Ed è proprio grazie a questi farmaci che negli ultimi 10 anni la vita di chi soffre di asma grave è cambiata radicalmente. «Non dimentichiamo – sottolinea Rogliani – che parliamo di una popolazione di pazienti in età attiva: ragazzi che vanno a scuola e che vogliono fare sport, genitori che la vorano e hanno passioni e hobby da seguire. Con l’impiego dei farmaci biologici queste vite diventano possibili, la malattia diviene gestibile». Chiaramente i pazienti affetti da asma grave devono essere seguiti in centri di altissima specializzazione ed è proprio in questi centri che inizia il percorso di somministrazione dei farmaci. Anche se, nella maggior parte dei casi, il paziente viene presto messo in condizione di assumere da solo il farmaco con una semplice iniezione sottocute. Forti di queste nuove armi, gli specialisti sono tutti concordi nel sottolineare l’importanza di una diagnosi precoce e l’opportunità di farsi seguire in strutture adeguate. «Oggi la diagnosi viene fatta non solo con la spirometria, ma anche con il dosaggio del FeNO, una misurazione che ci consente di capire lo stato infiammatorio delle vie aeree del paziente». Un esame semplice e non invasivo, che è molto utile sia nella diagnosi che nel followup del trattamento. 

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