Prevenzione

Clima e salute: crediti di carbonio per ridurre le emissioni

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Gran parte della battaglia contro i cambiamenti climatici si gioca sulla riduzione della presenza di anidride carbonica nell’atmosfera. La sua concentrazione, infatti, è arrivata a 400 ppm, un livello mai raggiunto almeno negli ultimi 800.000 anni. Dati che fanno emergere un rischio sempre maggiore per la salute umana e del pianeta. Pertanto, generare crediti di carbonio, ossia stoccare il carbonio, è importante perché la CO2 è il principale gas responsabile dell’effetto serra, che produce il riscaldamento globale e quindi il cambiamento del clima. Lo stoccaggio del Carbonio consiste nell’assorbimento del carbonio atmosferico che può essere effettuato dalle foreste o dagli oceani. Le foreste, in particolare, lo assorbono grazie alla fotosintesi e lo stoccano sia nell’atmosfera che nel suolo. Sebbene, per arrestare il cambiamento climatico il solo stoccaggio non sia sufficiente, incoraggiarne l’assorbimento permette ai governi di accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Un credito di carbonio corrisponde a una tonnellata di CO2 equivalente assorbita dall’atmosfera (carbon sink) o non emessa. Per CO2 equivalente si intende una unità di misura che permette di calcolare l’impatto sul riscaldamento globale di diversi Gas serra, ad esempio una tonnellata di Metano (CH4) è pari a 24 t di CO2 equivalenti mentre una tonnellata di N2O equivale a 298 t di CO2 equivalenti.

Clima: un mercato volontario di crediti di carbonio

Per accelerare la transizione ecologica è nato un mercato volontario di crediti di carbonio, che consente ai proprietari e gestori forestali di essere remunerati per le attività di gestione che favoriscono l’assorbimento del carbonio e alle imprese che acquistano i crediti di contribuire alla lotta al cambiamento climatico e potenzialmente diventare aziende ad emissioni zero.
Dal 2010 per analizzare e monitorare il mercato volontario nonché per definire e aggiornare le Linee Guida, è stato costituito Il Nucleo Monitoraggio Carbonio, un gruppo di lavoro finanziato dal programma Rete Rurale Nazionale 2014-2020 e coordinato dal CREA Politiche e Bioeconomia, al quale partecipano l’Università di Padova, Etifor srl, la Compagnia delle Foreste, CMCCI e IPLA, enti e società impegnati nella ricerca del settore forestale e dei cambiamenti del clima.
Ogni anno il NMC pubblica il report che analizza il mercato dei crediti di carbonio in Italia e negli ultimi due rapporti, per seguire le tendenze del mercato, sono stati analizzati anche i progetti forestali che erogano altri servizi ecosistemici oltre all’assorbimento del carbonio.

Trend e scenari futuri

Nel 2021 i crediti di carbonio generati dal settore agro-forestale venduti nel mercato volontario internazionale hanno addirittura superato quelli generati complessivamente, segno che la domanda è in forte ascesa (Forest trend 2021).
Il Network for Greening the Financial System (NGFS 2021) stima che la domanda di crediti di carbonio aumenterà di ben 15 volte nel 2030 e di 30 volte nel 2050 rispetto ai crediti venduti attualmente e i prezzi arriveranno a toccare i 160 $/tCO2 nel 2050.

Italia ferma

Al contrario, in Italia negli ultimi anni il mercato risulta stazionario a causa della mancanza di uno standard o linea guida nazionale, come avviene in altri Paesi, tuttavia dall’ultimo Report del Nucleo Monitoraggio Carbonio “Progetti forestali di Sostenibilità 2020” – Presentazione del Report “Progetti forestali di sostenibilità in Italia 2020” (nucleomonitoraggiocarbonio.it) – emerge come il mercato italiano abbia tutte le potenzialità per incrementare i propri volumi. Lo testimoniano non solo l’aumento del numero di progetti realizzati e di attori partecipanti al mercato e la tendenza verso iniziative che difficilmente possono essere ridotte alla sola metrica della CO2 assorbita, ma anche la quantificazione e valorizzazione degli altri servizi ecosistemici generati dai progetti.

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