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Emicrania, ecco come spegnere il dolore

Emicrania, una donna con le mani alla testa

L’emicrania può essere sconfitta. Esiste infatti una terapia studiata in collaborazione tra Germania e Spagna che sta offrendo promettenti risultati, capaci di cambiare la vita a quanti sono purtroppo abituati a convivere con il dolore cronico alla testa. In particolare sono stati due studi di fase III ad aver aperto la strada alla speranza di milioni di pazienti un tutto il mondo, dimostrando una differenza significativa tra coloro ai quali è stato somministrato il farmaco e coloro che invece hanno ricevuto il placebo. I primi, nella quasi totalità dei casi, in circa due ore si sono liberati dell’emicrania. Nel lavoro, che è stato svolto dai ricercatori del Charité Universitätsmedizin di Berlino e dell’Università di Navarra e che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Therapeutic Advances in Neurological Disorders, è stata confermata questa capacità del lasmiditan, notando anche come riesca a togliere il sintomo più fastidioso dell’emicrania, cioè la fotofobia, la sensibilità degli occhi alla luce. Per gli studiosi quella sperimentata è dunque una promettente terapia antiemicranica acuta, in particolare per i pazienti con fattori di rischio cardiovascolare. Secondo i ricercatori, una sua potenziale indicazione è per la prevenzione della cefalea a grappolo, i cui pazienti sembra abbiano un maggior rischio di malattie cardiovascolari. Per gli studiosi tedeschi e spagnoli, il farmaco sembra essere una nuova opzione terapeutica per i pazienti con controindicazioni all’uso di triptani e quindi potrebbe ampliare l’arsenale delle terapie acute antiemicraniche.

I GIOVANI 

Intanto, proprio in fatto di emicrania, i ricercatori hanno scoperto che per i giovanissimi che ne soffrono i fattori scatenanti sono legati ai ritmi circadiani. Quindi incide molto anche l’orario della sveglia. Gli adolescenti con emicrania che iniziano le lezioni prima delle 8:30, ad esempio, convivono con il mal di testa 7,7 giorni al mese in media, tre in più ogni mese rispetto a chi inizia più tardi le lezioni. Questo significa che dormire una quantità adeguata di tempo e soprattutto in modo regolare potrebbe ridurre la frequenza degli attacchi di emicrania. In media, gli studenti che entrano presto a scuola presentano 7,7 giorni al mese con cefalea; quelli che entrano dopo, 4,8 giorni al mese in media.

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