Nuove tendenze

Selfie che fanno morire. Annegamento prima causa

Morti per selfie: la prima causa è l’annegamento

Si può morire per un selfie. Nel tentativo, ad esempio, di stupire gli amici e i followers con una foto o un video al limite per ottenere più like possibili sui social. Tra le vertigini del vuoto e il brivido della velocità folle, mentre un piede preme l’acceleratore e una mano mantiene il telefono con la telecamera accesa, oppure sfiorando un dirupo o affacciati da un grattacielo. Ma quando l’euforia prende il sopravvento e si perde la capacità di riconoscere il pericolo, allora un piede può andare in fallo e tutto può finire in un attimo. È il caso del 15enne che ha perso la vita per un selfie a Sesto San Giovanni, scrivendo l’ultima pagina nera di una tendenza che continua a fare vittime e feriti, alla ricerca spasmodica di un’immagine che possa stupire, diventare ‘virale’, rendere popolari. E quando il ‘gioco’ sfocia nel dramma, resta un nome scritto su una pagina di giornale e il dolore delle famiglie e degli amici. 

Si chiamano “morti per selfie” e nel mondo tra il 2011 e il 2017 sono state almeno 259. Proprio così: parliamo di persone, spesso molto giovani, che hanno perso la vita per incidenti mentre cercavano di scattarsi una foto ‘estrema’. A fare il conto è stato uno studio pubblicato dal Journal of Family Medicine and Primary Care dell’All India Institute of Medical Sciences. Quella che riguarda il quindicenne è solo l’ultima tragedia: cercava l’angolazione giusta sopra al tetto di un centro commerciale dove era salito di nascosto, ma è precipitato, rimanendo incastrato in una condotta dell’aria a Sesto San Giovanni, vicino Milano. Ma i casi soltanto nel nostro Paese sono tanti. Stesso destino tragico ha riguardato una ragazzina ungherese di 15 anni, annegata in una spiaggia della Gallura, in Sardegna. Era con una zia e aveva pensato di issarsi su una roccia a picco sul mare per scattarsi un selfie mozzafiato, un’onda di sette metri l’ha trascinata in acqua. Ed è finito in dramma anche il desiderio di due ventenni che volevano immortalare in un video il salto di una cascata di un torrente.

Lo studio sui morti per selfie è stato portato avanti attraverso ricerche sul web con parole chiave come ‘morte per selfie’ incidente selfie’ o ‘mortalità selfie’. I risultati sono stati relativi a 137 incidenti in tutto il mondo, che hanno fatto appunto 259 vittime, tra ottobre 2011 e novembre 2017. L’età media delle vittime, quasi tre quarti delle quali erano maschi, è risultata di 22,9 anni. Il numero più alto di morti è stato riportato dall’India, che ha quasi metà degli incidenti, seguita da Russia, Usa e Pakistan. La maggior parte delle persone, 70, è morta per annegamento, mentre la seconda causa più frequente è stato l’incidente con un mezzo di trasporto, in maggioranza dovuto a persone che scattavano selfie vicino a treni. Fra le altre cause di morte segnalate ci sono cadute, incendi, scosse elettriche e persino, in otto casi, animali pericolosi. 

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