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Colon irritabile: i consigli dell’esperto per ridurre i sintomi

colon, l'addome di una donna con le mani poggiate sotto l'ombelico

La sindrome del colon irritabile (Irritable Bowel Syndrome, IBS o intestino irritabile, SII)) è la patologia funzionale gastroenterica più diffusa al mondo: ne soffre dal 10 al 20% della popolazione, con un’incidenza stimata intorno all’1,5%. Nelle donne è più frequente rispetto agli uomini, in un rapporto pari a 3/1 . L’età di esordio è attorno ai 20-30 anni e può impattare pesantemente sulla qualità di vita, con una perdita di giornate di lavoro, seconda solo alla sindrome influenzale.

Colon irritabile: sintomi e cause

Il colon irritabile è caratterizzato da dolore addominale ricorrente, presente almeno un giorno alla settimana da almeno due mesi, associato anche a modificazioni nella frequenza delle evacuazioni e della consistenza delle feci, con disturbi in concomitanza delle evacuazioni. Mentre la presenza di gonfiore e meteorismo, che caratterizza questa sindrome, sono indice di una eccesiva fermentazione con relativa produzione di gas da parte della flora batterica, cioè la popolazione di batteri, miceti e virus che abitano e colonizzano nell’intestino, oggi chiamata microbiota intestinale. A parlarne è il Dott. Marco Dal Fante, Responsabile di Gastroenterologia ed Endoscopia, Humanitas San Pio X, Milano, in un forum della Fondazione Umberto Veronesi

“Sino a qualche anno fa si riteneva che il colon irritabile fosse dovuto prevalentemente all’alterazione della motilità intestinale – spiega lo specialista – oggi le nuove conoscenze fanno ipotizzare che ci sia anche una implicazione dell’asse intestino-cervello, per il legame ormai comprovato che unisce l’attività di questi due organi, e della dieta. Proprio la componente vegetale, corretta e necessaria in uno stile alimentare sano di tipo mediterraneo, potrebbe essere tra le responsabili del gonfiore addominale: il nostro organismo, infatti, non è in grado di assimilare tutte le fibre contenute negli alimenti di origine vegetale, dando luogo non solo a fenomeni di aerofagia, ma anche ad un aumento della massa fecale”.

I consigli dell’esperto

Per contenere dolore e gonfiore addominale, “la prima indicazione – spiega lo specialista – è ridurre l’apporto di alimenti ricchi di FODMAPs, cioè cibi ad alto contenuto di oligosaccaridi fermentati (FO), disaccaridi (D), monosaccardi (M), e polioli, (P). Quali sono? Ad esempio mela, pera, miele, succhi di frutta, carciofi, cavoli, cavolfiori, broccoli, lenticchie, fagioli, fave, legumi in genere, latte vaccino fresco e formaggi freschi a favore di cibi che ne contengono in basse quantità. Tra di essi ci sono banana, mirtilli, pompelmo, melone, kiwi, limone, arancia, mandarino, frutti di bosco (lamponi e fragole), sedano, peperoni, melanzane, fagiolini, lattuga, pomodoro, latte di soia o di riso, formaggi stagionati, farro e tra gli zuccheri il saccarosio. Dopo 4-6 settimane di una dieta a basso contenuto di FODMAPs non solo si possono reintrodurre lentamente anche i cibi che ne contengono in maggiori quantità ma si dovrebbero osservare anche sensibili benefici dei sintomi con una riduzione di meteorismo, flatulenza e dolore addominale di circa 50-80%”. Un ruolo importante contro il colon irritabile lo assume anche l’attività fisica, praticata con regolarità, di media intensità e di tipo aerobico che può includere sessioni in palestra, ma anche camminate a passo sostenuto per almeno 30 minuti per 3-4 volte a settimana o sport quali il nuoto. La pratica fisica ha anche il vantaggio di aiutare a contrastare l’aumento di peso. Contenere/ridurre l’apporto calorico giornaliero associato all’alimentazione, scegliere i cibi giusti, anche funzionali al benessere del colon e fare movimento sono i punti chiave per contenere i disagi e i sintomi di questo disturbo.

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