Psicologia

Ipocondriaco il termine più cliccato nel 2017. Ansia per 10mln di italiani

ipocondriaco il termine più cliccato nel 2017. Ipocondriaco: Ansia per 10mln di italiani


Dieci milioni di persone sono ossessionate dalla paura di stare male. Al minimo sintomo interrogano Google e scaricano App per l’autodiagnosi. E così una semplice contrattura diventa la spia di un male incurabile in pochi secondi. Chi è ipocondriaco convive quotidianamente con l’ansia, tra continue consultazioni su internet e sulle applicazioni del telefono. Ci sono App che a fine diagnosi ti mettono in contatto con un medico reale e App che non fanno altro che alimentare il disturbo immaginario. Poi c’è anche chi ha pensato di inventarsene una per sdrammatizzare, come quella ideata dalla newyorkese Emily XieHypochondriapp. Qui basta inserire un disturbo e il sistema fornisce una lista di diagnosi che nemmeno il dottor House riuscirebbe a immaginare. 

In altre parole, i nuovi strumenti digitali, così a portata di mano, spesso non fanno altro che alimentare il disagio. E nell’era del digitale anche l’ipocondria diventa cyber. Il cybercondriaco tende ad autodiagnosticarsi una malattia con l’aiuto della Rete e solo dopo si reca dal medico, per avere conferme sulla propria diagnosi. Ma su Google, i dati mostrano che solo tre dei primi 10 risultati sono utili per una corretta autodiagnosi (studio supervisionato da Guido Zuccon della Queensland University di Brisbane). Allo stesso tempo, le pagine sul tumore al cervello sono più popolari di quelle sull’emicrania. Insomma, bisogna andarci piano con la rete. Le app che propongono diagnosi virtuali, così come il “dottor Google”, assecondano l’ansia e spesso forniscono ulteriori preoccupazioni. Un conto è usare una app per monitorare la pressione se si è ipertesi, altra cosa è fare autodiagnosi a ogni minimo sentore. L’ipocondria non lascia scampo neppure ai vip, dalla cantante Adele a Carlo Verdone, fino a Woody Allen, sarebbero in molti a soffrirne. E non è neanche un disturbo recente, pare ne soffrissero anche Charles Darwin e Sigmund Freud. Emerge anche una certa consapevolezza tra gli italiani, visto che nel 2017 il termine più cliccato in Italia è stato “ipocondriaco”. Se la malattia è spesso immaginaria, l’ansia di ammalarsi è reale e colpisce uomini e donne in ugual misura. I numeri sono in crescita: fino al 15 per cento della popolazione ne soffrirebbe. Il rischio è che la paura continua di avere qualche malattia, faccia ammalare davvero, con risvolti sulla qualità della vita, sia dal punto di vista personale e fisico, sia lavorativo. Nei casi più gravi, l’ ipocondriaco diventa patofobico e arriva ad avere un vero e proprio terrore focalizzato, ad esempio di morire per un aneurisma o di un infarto. C’è invece chi somatizza disturbi di ogni tipo: insomma, se il disturbo non c’è, alla fine arriva. La buona notizia è che di ipocondria si può guarire con psicoterapie mirate, purché il paziente lo voglia.

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